Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/07/2019 06:00:00

Sicilia, trasporti pessimi, turisti a piedi. E la ferrovia Trapani-Palermo è ancora chiusa

 Si fa presto a parlare di turismo da sviluppare in Sicilia. Ma poi si fanno i conti con tante difficoltà, con i pasticci che combinano i politici, e con i trasporti dell'Isola che sono sempre di più inadeguati per un territorio in cui è quasi impossibile spostarsi agevolmente da una città ad un'altra. Cantieri che non terminano mai, treni inesistenti e quelli lentissimi, infrastrutture inadeguate.


I trasporti siciliani sono al collasso, e tra tutti i treni.
L'ultima decisione scellerata cade proprio in estate, cade nel periodo in cui l'Isola si riempie di turisti che non hanno mezzi propri e devono spostarsi. L'assessorato regionale alle infrastrutture con Rfi hanno deciso di chiudere la ferrovia Palermo-Messina fino all'8 di settembre.


Una decisione che ha fatto infuriare gli albergatori dell'isola che protestano con il governo per le inefficienze del trasporto sul rotaia, che è quello preferito dai giovani europei, dai turisti stranieri. Non usa mezzi termini a Repubblica il patron di Aeroviaggi, Antonio Mangia, che gestisce 14 strutture alberghiere da 9 mila posti letto tra Sicilia e Sardegna: “è l'ennesima dimostrazione della totale impreparazione dei nostri politici, ma ancora di più dei burocrati che esercitano una dittatura sugli stessi politici”.


Il governo regionale, incalzato dall'opposizione, dal presidente dell'Ars e dagli albergatori, tenta di correggere il tiro e ha chiesto alla Rete ferroviaria italiana di fare presto e terminare i lavori entro un mese, e farcela prima di agosto, mese clou del turismo. La lettera è stata inviata dall'assessore alle infrastrutture Marco Falcone, che inizialmente preferiva la soluzione estiva per evitare disagi ai pendolari. Ora ritorna sui suoi passi.


Sono infuriati anche gli albergatori di quella che è definita la zona rossa, tra Gioiosa Marea e Patti, dove è chiusa per lavori anche la statale 113. La Statale resta chiusa fino al 25 luglio, se tutto va bene, e porterà gravi danni agli albergatori, e non solo, dei 13 chilometri di costa turistica in provincia di Messina.


Ma è tutta la Sicilia messa male. Anche la provincia di Trapani soffre le pessime condizioni di infrastrutture e trasporti
Su tutti c'è la crisi dell'aeroporto di Trapani Birgi in cui sono operativi pochi voli e arrivano pochi viaggiatori. Uno scalo in continua perdita di passeggeri che la Regione non riesce neanche a tamponare. Ma la questione aeroporto è solo l'ultima di un sistema di collegamenti al collasso in provincia di Trapani.


Sono giornalieri infatti i disagi per pendolari e turisti che utilizzano i pochissimi treni in servizio in provincia di Trapani. Treni vecchi, logori, che non garantiscono al viaggiatore un percorso tranquillo, poche e malandate carrozze. Sono all'ordine del giorno le lamentele per il trasporto ferroviario in provincia di Trapani.


E poi le ferrovie in questo territorio soffrono ancora una vergogna che dura da 6 anni. E' quella della tratta ferroviaria Trapani-Palermo via Milo, interrotta nel lontano 2013 a causa di una frana. La storia di questa linea, bloccata dal febbraio del 2013 e da allora mai sistemata è solo una delle tante che confermano la triste realtà in cui si trovano le infrastrutture ferroviarie siciliane, abbandonate a sé stesse, senza nessuna innovazione e senza investimenti per l’ammodernamento e la sicurezza. Per la verità sono state spese tante parole, e a parole tanti soldi. Proprio su questa tratta, infatti, si parlava di lavori di modernizzazione nel lontano 2003, quindi, molto prima della frana.


Nei mesi scorsi il governo regionale ha detto che partiranno i lavori sulla tratta che sarà potenziata e ammodernata anche con vagoni elettrici grazie ad una spesa che passa dagli attuali 102 a 244 milioni di euro.


I lavori per questa linea ferroviaria che dovevano iniziare già da tempo,
dovrebbero partire - ha detto l'assessore Marco Falcone - entro il 2020.
L'obiettivo, alla fine, sarà riuscire ad abbattere il tempo per collegare le due città. Fino al 2013 si impiegava 2 ore e 30 minuti, una volta terminata la riqualificazione si spera di arrivare ad un'ora e 40 minuti. Speriamo sia la volta buona. Fino a questo momento, come per tante altre opere pubbliche, in Sicilia si è continuato ad ascoltare solo progetti e investimenti faraonici rimasti solo parole e nulla più.