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25/07/2019 06:00:00

Parco archeologico di Selinunte. Il direttore, le dune e i grandi concerti

 Abbiamo incontrato il direttore del parco archeologico di Selinunte e cave di Cusa, Bernardo Agrò. Proviene dalla Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento e da qualche settimana ha preso il posto di Enrico Caruso, che invece è tornato al parco Lilybeo di Marsala.

 

Altro che mafia, “a Castelvetrano abbiamo il parco archeologico più grande d’Europa”. I castelvetranesi se lo ripetono spesso ed i templi diventano un simbolo identitario fondamentale. Lei ha quindi una grossa responsabilità. Da dove cominciare?

 

Dalle piccole cose, che poi tanto piccole non sono. La prima è l’immagine, ovvero come il parco viene presentato ai visitatori. Stiamo facendo tantissimo sul versante del decoro. Se si ha qualcosa di prezioso da offrire, bisogna farlo col massimo rispetto. Appena arrivato, mi aveva colpito la presenza di alcuni cassonetti per la differenziata che venivano sistematicamente sommersi dai rifiuti. Ma non si poteva dare questo benvenuto a chi arrivava anche da lontano per ammirare delle meraviglie che appunto costituiscono l’identità del territorio. Ho cominciato da lì.

 

Recentemente si è creato uno spiraglio dal quale, dalla strada d’ingresso a Selinunte, si intravedevano i templi. La cosa ha riportato la discussione sull’opportunità delle dune. Secondo alcuni, non sarebbe stata una buona scelta quella di privare i cittadini (e i turisti) della vista dei templi da fuori il parco archeologico.  Lei che ne pensa?

 

Quello spiraglio è stato un danno. La vegetazione verrà ripristinata. Chi vuole vedere i templi deve venire qui al parco. Non ha senso vedere il tempio dalla strada, passando in macchina.

Il fatto che i templi siano nascosti all’esterno fa parte del progetto di Franco Minissi che io voglio recuperare in toto.

Se si va a visitare la cappella sistina, si faranno prima dei percorsi, si attraverseranno stanze e corridoi. Poi, appena si arriva lì davanti, si rimane estasiati. Ecco, occorre  fare in modo che avvenga lo stesso anche qui.

Occorre che appena uno entra guardi il “fuso di la vecchia”, il tempio di Hera e l’acropoli, inseriti in un ambiente di silenzio e di contemplazione.

Le dune non devono essere tolte, servono ad isolare la bellezza da una cattiva applicazione della modernità architettonica

Oggi, col riordino dei parchi siciliani che vogliono essere l’elemento attrattivo, volano turistico produttore anche di un indotto economico, occorre governare i flussi con la qualità.

Occorre creare un’offerta, mettendo il visitatore nelle condizioni di stupirsi. E’ necessario avere una visione più ampia, proiettata verso l’esterno.

 

Spettacoli come quello di Cox o i precedenti di Martin Garrix, sono stati criticati perché poco vicini all’identità del parco. Ma contemporaneamente, forniscono una grande visibilità internazionale.  Qual è il suo punto di vista?

 

Guardi, si tratta di eventi che, se giustamente veicolati, da limite possono diventare valore.

Non sapevo nulla, né del concerto di Cox, né di quello di Loredana Bertè. Non erano stati formalizzati in nessun modo, evidentemente c’erano soltanto degli accordi verbali, prima del mio insediamento.

Mi hanno anche spiegato che il concerto di Cox è legato anche ad un progetto di legalità per i giovani.

Certo, siamo di fronte ad un artista internazionale, tra i più  seguiti.

Io sono abituato a lavorare con i localismi. Dobbiamo rispettare le identità culturali e nello stesso tempo far conoscere Selinunte al mondo. Noi direttori siamo chiamati ad aumentare le visite, in modo da poter poi essere autonomi nei maggiori ambiti possibili. Non dobbiamo storcere il naso, ma bisogna farlo con un certo garbo. Il signor Cox si deve mettere dove dico io, fare il suo spettacolo in una certa maniera ed io non mi offendo.

 

Le aperture festive sono sempre state un problema per qualsiasi direttore, perché sono legate ad una sostanziale carenza di risorse economiche che non può garantire le retribuzioni aggiuntive del personale che sarebbero necessarie. Quest’anno cosa accadrà?

 

Il nostro parco fa parte del titolo secondo della legge 20 del 2000, quindi non saremmo nelle condizioni di retribuire il personale attraverso lo sbigliettamento. Ma dato che abbiamo avuto uno spiraglio dall’assessorato regionale, stiamo provvedendo a redigere una progettualità volta ad una fruizione che garantisca il personale in modo più completo. 

 

 

Il secondo circolo della Lega di Castelvetrano, in un comunicato stampa, aveva denunciato il furto della spiaggia che a Selinunte va dal lido Zabbara fin sotto l’acropoli. E quindi la chiusura del lido Porta del Sole, a causa di una nuova recinzione che di fatto impediva ai bagnanti di poterlo raggiungere.  Da qualche giorno invece il passaggio è stato ripristinato ed il lido ha ripreso a funzionare. Ci può spiegare cosa è successo?

 

Ho disposto io la riapertura. Ma non era stata rubata nessuna spiaggia. Si tratta di una vicenda complessa, con un’area demaniale che apparterrebbe al Parco. Diciamo che è stata la mia prima “rogna” quando sono arrivato. Ho lavorato borderline sulla burocrazia. Certo, si tratta di un provvedimento provvisorio, e finita la stagione estiva, il tutto dovrà essere ripristinato. Stiamo però studiando bene la questione per una soluzione definitiva.

 

Dall’operazione Artemisia è emerso un ambiente molto opaco, con interessi e scambi di natura elettorale che hanno toccato anche il parco archeologico. Questo nuovo percorso amministrativo, potrebbe ancora essere minacciato da nebbie, magari meno riconoscibili. Quali sono i sui punti di forza per combatterle?

 

Noi combattiamo la nostra legalità giorno dopo giorno, col fare. Il mio dovere è permettere il contatto con la bellezza. Sto agendo con la vicinanza delle istituzioni; il prefetto, il questore, il comando dei carabinieri, la forestale, i vigili del fuoco che ringrazio. Oltre, in particolare, ai comuni di Castelvetrano e Partanna.

Un ringraziamento particolare va invece al personale di custodia, che ha compreso la situazione contingente e sta dando davvero molto.

Ecco, tutti insieme stiamo condividendo un progetto di rilancio dell’immagine di Selinunte. E questo rappresenta un grande punto di forza.

 

Egidio Morici