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28/07/2019 06:00:00

Con Alessandro Preziosi, un tramonto magico al Cretto, celebrando la memoria di Gibellina.

 Sono tanti gli ingredienti che possono rendere unica ed indimenticabile una messa in scena teatrale. Se metti insieme un attore di grande esperienza che vive il palcoscenico come la sua seconda casa; un autore che è anche un affermato studioso che ha saputo conquistare pure il pubblico televisivo; un luogo intriso di memoria che è diventato la più grande opera di Land Art al mondo; un momento della giornata che è quello che più incanta, soprattutto in estate; un esperimento tecnologico che permetta al pubblico di immergersi completamente nella voce recitante e nella musica che le ricama addosso, non può che essere pura magia.

Ieri, al Cretto di Burri, in quella che fino a cinquantuno anni fa era una città che pulsava di vita ed oggi è un vero e proprio simbolo di quella che è l’arte contemporanea, un sudario di pietra, sognato e voluto dall'artista umbro, come a fermare nell'eternità le lacrime ed il sangue coperti dalle macerie, è andata in scena la Notte di Gibellina, testo teatrale scritto da Massimo Recalcati, noto psicanalista e docente, ma anche scrittore e conduttore tv, che dopo quaranta anni, con questo testo è tornato a quello che è il suo primo grande amore, la scrittura teatrale.

Ad immergersi nell’atmosfera del racconto insieme al pubblico ed a chi stava con lui in scena su una delle isole del bianco Cretto (un musicista come Paky Di Maio ed una cantante dalla voce di sirena come Giana Guaiana), è stato Alessandro Preziosi, emozionato ma al tempo stesso sicuro davanti alla platea. Emozionato e commosso, perché insieme a chi era lì ad ascoltarlo ed ad uno scenario naturale che ti immerge nella natura intorno, a 360 gradi, era consapevole che stava dando vita ad un evento che rimarrà a lungo nella memoria dei gibellinesi (accorsi in massa da quella che è la loro casa adesso, Gibellina Nuova, ricostruita a valle, a chilometri e chilometri di distanza, in territorio di Salemi), ma anche di tutti gli abitanti della Valle del Belìce . Molti infatti gli spettatori provenienti dai paesi a pochi chilometri dal Cretto, come Partanna, Santa Ninfa, Salemi, ma anche da distanze maggiori, con pullman organizzati da tutta la Sicilia.

Gli spettatori, salendo a piedi tutti insieme al Cretto, come un religioso pellegrinaggio che sotto il sole cocente genera fatica, ma ti ripaga di gioia, sembravano già consapevoli di quello di cui sarebbero stati protagonisti: un incanto al tramonto, quello che porta refrigerio al corpo ed allo spirito.

Il testo di Recalcati è stato il racconto di quello che fu, ma di quello che può essere ancora Gibellina: si muore solo per rinascere. Ed i gibellinesi lo hanno dimostrato con quello che sono oggi: popolo resiliente, che si è dato da fare duramente per riprendere la sua vita in altro luogo, ma che adesso sa che è stato ripagato di tutto questo.

L’evento di ieri sera al Cretto è il secondo capitolo di un progetto molto più grande (nato con il sostegno e la complicità del vicesindaco di Gibellina, Tanino Bonifacio), e cioè un cortometraggio realizzato dallo stesso Preziosi in qualità di regista e produttore che ricorda e celebra tutto il Belìce, come luogo che ha vissuto un terribile terremoto, che ha perso tanto ma che ha ancora tanto da dire e da dare agli altri.
Il pubblico ha ascoltato interamente in cuffia la voce di Preziosi, in un nuovo esperimento in quadrifonia, che si allargherà ai teatri nazionali, per permettere allo spettatore di vivere più intensamente il testo teatrale portato in scena.

Come dono finale per il pubblico presente, Alessandro Preziosi ha letto un toccante estratto dal Moby Dick di Melville, capolavoro della letteratura mondiale, che sta portando in scena sui palcoscenici estivi di tutta Italia, in questa stagione 2019.

Enza Adriana Russo