Cercasi amministratore delegato che guidi la più grande compagnia aerea low cost d’Europa e che, soprattutto, non deluda il padre-padrone che un tempo aveva persino suggerito di far volare i passeggeri in piedi o di farli pagare per andare in bagno. L’avviso non dice proprio così, ma rende bene l’idea dell’incarico che spetta al «vincitore». Con un annuncio insolito, a pagina 13 del Financial Times del 25 luglio, Ryanair dà sei giorni di tempo per inviare le proprie candidature per gli incarichi di amministratore delegato della compagnia «madre», che andrà a prendere il posto di Michael O’Leary, e di direttore delle operazioni.
La nascita del gruppo - Ma O’Leary non verrà messo da parte. Anzi. Diventerà nei prossimi mesi l’ad del gruppo che comprende Ryanair (basata a Dublino), Buzz (Varsavia), Lauda (Vienna) e Malta Air (La Valletta). E per questo bisogna trovare il suo sostituto. Un incarico pesante per una compagnia che nel 2018 contava 450 aerei e 139,2 milioni di passeggeri trasportati. Gli aspiranti futuri O’Leary dovranno inviare la loro candidatura entro le 5 del pomeriggio del 31 luglio 2019 e il vincitore «sarà responsabile della crescita, della sicurezza, delle performance operative e commerciali, di un rigoroso controllo dei costi e della profittabilità» della low cost, c’è scritto nell’annuncio ufficiale.
Le caratteristiche - I requisiti? Non soltanto essere ambiziosi, ma anche impegnarsi a trasferirsi a Dublino, dove si trova appunto il quartier generale, dove vivere «a tempo pieno con la propria famiglia». Insomma: non si può fare il pendolare, così da evitare anche le distrazioni. Non solo. Perché come sottolinea la comunicazione l’ad dovrà muoversi spesso in lungo e in largo per seguire «e migliorare le operazioni di Ryanair nei 37 Stati». Un ad che sarà affiancato dal direttore delle operazioni — da individuare — che prenderà il posto di Peter Bellew, ex numero uno di Malaysia Airlines ed ex director of operations della low cost irlandese che a sorpresa è passato alla rivale easyJet.