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06/08/2019 08:39:00

Marsala, arrivano le denunce per la pescheria che ha intossicato decine di persone

 Approda al vaglio della magistratura il caso delle intossicazioni alimentari di cui rimasero vittime, nella notte tra il 7 e l’8 luglio, diverse persone che avevano consumato cuscus di pesce nella pescheria “Il Corallo” di contrada Cuore di Gesù.

Assistite dall’avvocato Vincenzo Forti, infatti, sette delle persone intossicate (una delle quali è rimasta ricoverata all’ospedale di Marsala per ben 26 giorni) hanno presentato in Procura una denuncia/querela contro il titolare della pescheria, per la quale, pochi giorni dopo quelle intossicazioni alimentari (parecchie persone dovettero ricorrere al Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino” o al medico di famiglia, accusando nausea, dolori addominali e diarrea), l’Asp di Trapani, dopo un controllo, dispose la sospensione dell’attività commerciale “per la definizione delle operazioni di sanificazione e disinfezione dei locali, delle attrezzature, degli utensili e del serbatoio di accumulo dell'acqua potabile della pescheria e della gastronomia”. L'attività dovrebbe tra l'altro riaprire i battenti in questi giorni. 

“Per tutti – scrivono i sette nella denuncia - la causa era la stessa ma le conseguenze avevano gravità diverse in quanto ad alcuni è stata anche diagnosticata una pancreatite ed addirittura è stata disposta una dialisi per il più anziano del gruppo C.V. classe 1929 dimesso in data 2-8-2019”.

Nella querela, inoltre, si sottolinea che il 9 luglio, mentre uno degli intossicati “era in pediatria con il proprio figlio sentiva il cugino del titolare della pescheria, il cui figlio era anch’esso ricoverato per gli stessi motivi, dire le testuali disarmanti parole: “l’ho chiamato sabato mattina dicendogli che stavamo male dopo avere mangiato il venerdì… io non farò nulla perché è mio cugino ma bisognerebbe metterci l’avvocato”.

Ciò, secondo i denuncianti, “dimostra la conoscenza della pericolosità di quanto messo in vendita al pubblico da parte del querelato e la criticabile indifferenza con la quale lo stesso continuava ad esporre la salute altrui a gravi rischi inclusa la morte, attesa la pancreatite ed il blocco renale”.