Venerdì scorso, quando ha rimesso piede al Vincenzo Florio gli tremavano le gambe, ha confidato. Anche perchè in molti, all'annuncio della nomina di Salvatore Ombra a presidente di Airgest, avevano espresso manifestazioni i fiducia. “Spero di non tradirle”, esordisce Ombra che torna all'aeroporto di Trapani Birgi sette anni dopo. Nel 2012 si dimise per tentare la corsa a sindaco di Marsala.
L'imprenditore nominato al vertice della società di gestione di Birgi si era auto candidato nei mesi scorsi, aveva incontrato il presidente della Regione Nello Musumeci, poi la fumata bianca.
Spetta a lui raccogliere il testimone di Paolo Angius, che gli siede accanto per tutta la conferenza stampa, che gli fu vice nei tempi d'oro. I due hanno qualche capello bianco in più, l'aeroporto migliaia di passeggeri in meno, dei conti in rosso, e una crisi nera.
Da dove si comincia? Ombra mette subito le cose in chiaro. “Non sono la fata turchina, non ho la bacchetta magica, ma lavorerò 20 ore al giorno per tentare di risalire la china. Sono ottimista”.
L'obiettivo è salvare l'aeroporto, “sono uno dei pochi che non è sempre intervenuto e pungolato sul destino di Birgi”. Ombra ha fretta di dire le cose come stanno, che un po' tutti quelli che hanno seguito le vicende di Birgi masticano un po'.
I voli per l'inverno sono pochi e resteranno pochi, per la prossima estate si può fare qualcosa. Ma in fretta.
“La programmazione invernale è di 5 voli e non possono aumentare, è questa. Dobbiamo cominciare da subito a lavorare per l'estate 2020. Ma abbiamo poco tempo, dobbiamo correre. Possiamo utilizzare i 9,3 milioni sbloccati dalla Regione per contrattare direttamente con le compagnie, rispettando i principi di legalità. Ma entro settembre-ottobre la stagione estiva deve essere già definita. Abbiamo poco tempo. Però se ci riusciamo dobbiamo cominciare a capire cosa fare dopo il 2020-21. Perchè la Regione non può più dare soldi. Se non si trova una soluzione tra due anni si chiudono i battenti, e il territorio tornerà ai tempi in cui c'era solo lo scalo militare”.
L'obiettivo nell'immediato è quello di attrarre compagnie, “e si attraggono solo con i soldi”, dice Ombra che annuncia interlocuzioni con Alitalia, di voler tornare a parlare con Ryanair, di non disdegnare le piccole compagnie. “Ma dobbiamo cominciare a capire cosa fare dopo, dopo che i 9,3 milioni finiranno. Perchè il vantaggio di un traffico passeggeri ce l'ha il territorio, e tutti gli attori di questo territorio devono intervenire”. I Comuni ad esempio. Per Ombra è l'occasione per fare un salto nel passato, a quando Birgi stava raggiungendo i 2 milioni di passeggeri. “Abbiamo assaporato cos'era il turismo negli anni scorsi, se lo vogliamo riprendere è necessario pensare a cosa vogliamo fare dopo. Serve una unione granitica con tutti, ho già parlato con presidente della camera di commercio. Dobbiamo capire come questa struttura può andare avanti. Non è possible attribuire all'aeroporto l'onere dello sviluppo di un territorio. Il territorio ha fatto e continua a fare poco”.Ombra dice che per salvare l'aeroporto serve il coinvolgimento di tutti, privati ed enti pubblici.
I Comuni in particolare. Un esempio per Ombra è la rotonda all'ingresso dell'aeroporto: “non è possibile che non ci si metta d'accordo per illuminarla e sistemarla”.
Chiede notizie sui contratti con le compagnie aeree che si sono aggiudicate il bando per i voli di cui il Comune di Marsala ha fatto da ente capofila. Ma l'Airgest con la crisi dei voli e dei passeggeri ha visto i propri conti andare giù, sprofondare.
“Il capitale sociale – spiega Ombra - viene eroso, perchè struttura del bilancio è quella che è. Non ci sono utilità. I sindacati preoccupati per i livelli occupazionali? Vedremo, certamente se le cose continuano così sarà difficile”.
L'Ombra bis comincia con quella lancetta che scorre, e che piano piano porta a pensare a cosa sarà Birgi tra due anni. “Se non cominciamo ad immaginare un percorso, che coinvolga tutti, diciamo addio all'aeroporto, facciamo due anni e andiamo tutti al mare”.
Sarebbe un disastro, dice Ombra. Perchè se Airgest dovesse fallire non ci sarà una nuova società, verrà ritirata la concessione e fine dei giochi. “Torneremo ad avere solo la base militare”.
Sulla fusione con Palermo il neo presidente Airgest dice che non è una strada percorribile adesso. “Lo era quando aveva o 2 milioni di passeggeri e Palermo 4 milioni”.
Ombra difende le scelte del passato, il co-marketing con Ryanair che è scappata da Birgi per i bandi stringenti, e difficoltà che non ha incontrato a Palermo.
Il neo presidente del Vincenzo Florio parla anche delle polemiche con il senatore e sottosegretario Vincenzo Maurizio Santangelo che non ha gradito la sua nomina: “E' libero di pensare e fare delle scelte. Sono certo di aver sempre lavorato nella legalità”.