Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/09/2019 09:24:00

Processi di mafia “Visir” e Tamburello, a Milano per ascoltare “dichiarante” Sucameli

Il “dichiarante” Giuseppe Sucameli, 71 anni, architetto, ex funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Mazara del Vallo, nel 2010 condannato sia nell’ambito dell’indagine di mafia “Eolo”, che in quella per traffico internazionale di stupefacenti “El Dorado”, sarà ascoltato, in trasferta, in due processi di mafia in corso davanti il Tribunale di Marsala.

E cioè quello scaturito dall’operazione “Visir”, che vede imputati l’imprenditore edile marsalese Michele Giacalone, 49 anni, Alessandro D’Aguanno, di 28, figlio di Vincenzo D’Aguanno, già condannato in abbreviato a Palermo, e i mazaresi Andrea Antonino Alagna, di 39, e Fabrizio Vinci, di 49, e quello che vede alla sbarra il 56enne presunto boss mazarese Matteo Tamburello, arrestato l’11 dicembre 2018 (operazione “Eris”) con le accuse di associazione mafiosa e violazione delle misure di prevenzione. Sia Tamburello che i primi tre imputati del “Visir” sono difesi dall'avvocato Luigi Pipitone, mentre legale di Vinci è Vincenzo Catanzaro. In entrambi i processi, l’accusa è sostenuta dai pm della Dda di Palermo. Nel Visir, Sucameli dovrà riferire soprattutto su Vinci. La trasferta a Milano è prevista per il 27 e 28 settembre. L’ex funzionario dell’ufficio tecnico del Comune mazarese (che il 10 marzo 2010 è stato condannato dal gup di Palermo Daniela Troja a 8 anni e 4 mesi di carcere) ha deciso di collaborare con la giustizia alcuni mesi fa. E già pare che abbia contribuito a fare luce su parecchi appalti pubblici che negli anni sono stati aggiudicati a imprenditori mafiosi o comunque vicini alla mafia. Ma al centro degli interrogatori ci sarebbe anche la lunga latitanza di Matteo Messina Denaro. Le sue dichiarazioni, inoltre, sono servite anche per tracciare un profilo dell’imprenditore Vito Nicastri, il re dell’eolico arrestato dalla Dia di Trapani insieme a Paolo Arata, l’ex consulente della Lega in contatto con il senatore ed ex sottosegretario della Lega nord Armando Siri.