E’ difficile fare una sintesi delle competenze e dell’impegno dell’assessore Chiara Modica Donà Dalle Rose, un’esperta di diritto ed arte con un curriculum nutritissimo che si dipana da Venezia a Palermo.
Ideatrice e curatrice della BIAS (Biennale internazionale d’arte sacra delle religioni e credenze dell’umanità) nel 2012, nell’ambito della quale l’anno scorso si è occupata di Castelvetrano e Selinunte; membro del comitato scientifico del Cretto di Burri nel 2018; dal 2016 è nel consiglio di amministrazione dell’università di architettura di Venezia e nell’amministrazione delle Antiche fabbricerie della Monumentale Cattedrale di Palermo.
Ha aiutato Sebastiano Tusa e Vittorio Sgarbi nella realizzazione del museo del risorgimento e del museo della mafia e partecipato alla redazione del bando delle case ad un euro per Salemi.
Le chiediamo come sia diventata prima esperto e poi assessore alla cultura del comune di Castelvetrano.
Da avvocato, faccio parte di Legalit, una rete in cui i legali, pur lavorando autonomamente, collaborano tra di loro, aiutandosi a vicenda.
Nello studio c’è la figlia di Virzì che, sapendo del mio impegno nei confronti del territorio, ha voluto presentarmi il padre. E quindi sono venuti a trovarmi Virzì e l’allora candidato sindaco Alfano con la moglie, proponendomi di presentarmi come assessore alle prossime elezioni amministrative di Castelvetrano. Ho rifiutato, dal momento che io non ho mai avuto incarichi politici, ma tecnici. E poi non avevo ancora una specifica conoscenza delle persone del territorio.
Quando si sono saputi i risultati, mi hanno chiamato comunicandomi la vittoria schiacciante e quindi la volontà di una città che ha deciso un cambiamento.
Dopo un breve periodo da esperto a titolo gratuito, in cui ho speso i miei soldi per diverse consulenze ed iniziative, pagando personalmente anche l’occupazione del suolo pubblico per la notte in rosso, un evento fortemente legato a Selinunte dove è stato rievocato il rapporto tra il passato ed il presente, ho accettato l’assessorato.
Si sente una 5 Stelle?
No. Il mio è un assessorato tecnico, non ho mai aderito a nessun’area politica. Sono nata a Venezia e sono cresciuta tra il capoluogo veneto, Strasburgo e Parigi. Mio padre è stato segretario di Don Luigi Sturzo. Conosco Vittorio Sgarbi, Silvio Berlusconi, Beppe Grillo (da prima ancora che facesse politica), ho conosciuto Aldo Moro, ho conosciuto benissimo Forlani, Spadolini, La Malfa… Ma la carriera politica non mi ha mai interessato.
Com’è la storia dei cipressi piantumati a coprire il varco visivo verso i templi?
Il varco in qualche modo sopperiva alla mancanza di insegne relative alla presenza del parco archeologico. Era stato realizzato dal comune in seguito ad una potatura.
Ma il direttore del parco Bernardo Agrò, senza il permesso della Soprintendenza, ha fatto fare delle buche con mezzi meccanici in zona A, piantumando dei cipressi che tra l’altro non erano previsti nel progetto di Pietro Porcinai. Quando gli abbiamo chiesto il perché, la giustificazione fu: Google Camp. Ma perché spendere questi soldi pubblici, a fronte di un affitto che alla fine non ha fatto rimanere molto nelle casse del parco?
Tutti i cittadini di Castelvetrano dovrebbero insorgere e chiedere alla regione siciliana, magari anche con una raccolta di firme, l’istituzione immediata del comitato scientifico. In modo che il comune possa influire in qualche modo sulle scelte che vengono fatte.
Il comitato scientifico però è stato commissariato da tempo.
La legge è molto chiara: non ha mai parlato di commissario straordinario. Non esiste, è un’invenzione. Le persone che devono essere nominate dal lavoro politico sono l’esperto nominato dal comune e quelli nominati dagli assessori. Gli altri operano open legis, nella funzione. Secondo me, il comitato scientifico non si è mai estinto
Io questa cosa l’ho detta al direttore del parco, che ho anche invitato a far parte del convivio al Collegio dei Minimi, ci ha scritto che non poteva venire e noi gli abbiamo mandato i testi di legge.
Abbiamo scritto al presidente Musumeci, al Sovrintendente, ma non sono potuti venire nemmeno loro. A quest’ultimo abbiamo chiesto di indire la Commissione, ma lui ci ha risposto dicendo che la commissione non esiste.
Cosa ci dice del castello Grifeo di Partanna? Si è parlato molto dei contributi ricevuti da parte dell’Ente Parco.
C’è una grande confusione sulla legge. Il castello Grifeo di Partanna non ha niente a che fare con l’Ente Parco, che ha una sua autonomia ed una tesoreria propria. Io ho sottolineato il fatto che Partanna non fa parte dell’Ente Parco di Selinunte.
All’architetto Bernardo Agrò è stata attribuita la gestione del castello Grifeo, che è un bene dell’assessorato regionale, sede del museo della Preistoria, che non ha nessuna relazione con il parco archeologico. Per quale motivo il ricavato dei biglietti del parco deve andare per fare le feste al castello Grifeo?
Dov’è la cittadinanza di Castelvetrano? Sono cose che ho detto e scritto anche in altre occasioni. Avrei dovuto avere dei plausi, invece è evidente che la gente non ha capito niente.
La sovrintendenza però l’ha incluso nel perimetro del parco.
Non è una cosa che può essere decisa soltanto dalla sovrintendenza. La modifica perimetrale dovrebbe essere fatta da una commissione straordinaria che comprende anche il comune. Noi abbiamo un comune molto esteso. Siamo obbligati a mettere a posto le strade, l’illuminazione, la vegetazione… L’intero parco archeologico di Selinunte è ubicato nel nostro comune. Le Cave di Cusa non hanno nemmeno la biglietteria, ci può entrare chiunque ed insistono in un territorio che è molto più piccolo, così come Pantelleria.
Non si capisce perché l’unica biglietteria, pur trovandosi nel comune di Castelvetrano, dovrebbe coprire l’interesse di tutti senza alcuna differenza di quote.
Per esempio, le cave di Cusa non saranno nemmeno un ettaro, mentre il parco di Selinunte è di 265 ettari.
Il dialogo col direttore del parco può ancora essere possibile?
Certamente. Io non ho nessun problema personale con Bernardo Agrò. Anzi, credo che lui faccia il massimo con pochissimi mezzi. Ma avrebbe dovuto avere un approccio più prudente.
Egidio Morici