Solo il sindaco Enzo Alfano di Castelvetrano si è opposto al via libera sulla rete ospedaliera. Giacomo Tranchida, per il comune di Trapani si è invece astenuto.
L’approvazione da parte dell’assemblea provinciale dei sindaci dell’atto aziendale dei servizi ospedalieri è avvenuta dunque a maggioranza, con l’assenso di tre comuni su cinque: Marsala, Alcamo e Mazara del Vallo.
Il direttore generale dell’Asp, Fabio Damiani è sembrato complessivamente soddisfatto, anche per i tempi in linea con la tabella di marcia.
Il sindaco Alfano ha invece espresso un dissenso infuocato sulla sorte dell’ospedale di Castelvetrano, usando toni forti, come “annientato”, “smembrato”, “svuotato”, in una nota depositata nell’ambito dell’incontro tra i sindaci della provincia, avvenuto nei giorni scorsi.
Secondo il primo cittadino ci sarebbe una “volontà di smantellamento del presidio sanitario della Valle del Belice a danno dell’intero vasto territorio di pertinenza”.
Ma il sindaco di Partanna, Nicola Catania, nel suo ruolo di coordinatore dei sindaci del Belice, ha subito precisato che quella nota non è stata condivisa e che l’unica cosa che invece è stata apprezzata favorevolmente dall’intera assemblea provinciale dei sindaci, è stata l’inserimento in appendice di una proposta di deroga normativa al decreto Balduzzi “che consentirebbe – ha spiegato Catania – di mantenere il buon funzionamento dell’ospedale di Castelvetrano e di tutti i servizi sanitari ad oggi presenti”.
Insomma, il sindaco Alfano sembra sia rimasto isolato dai colleghi, probabilmente tendenti a seguire un percorso istituzionale lontano dai toni aggressivi e di protesta che invece hanno sempre caratterizzato il locale comitato “Orgoglio Castelvetranese”.
E forse non è un caso che l’incontro con i sindaci belicini, organizzato da Alfano per il 13 settembre scorso, sia stato disertato.
Una riunione ristretta con gli amministratori dei comuni del distretto D54, che sarebbe dovuta essere propedeutica a quella con tutti i sindaci della provincia, in modo da delineare alcune questioni proprie del territorio del Belice da presentare poi in plenaria.
La giornata però è stata sfortunata, perché degli altri sindaci belicini non si è presentato nessuno.
A parte Alfano e tre esponenti del comitato Orgoglio Castelvetranese, le sedie dell’ufficio del sindaco sono rimaste vuote.
Un’assenza di massa che si era già verificata nel settembre dell’anno scorso, in occasione di un incontro organizzato dal comitato Orgoglio Castelvetranese, in cui i sindaci belicini erano stati invitati a sottoscrivere un documento “duro, tanto quanto lo è stato l’attacco all’ospedale di Castelvetrano”, aveva chiosato il segretario del comitato.
In quel contesto, il coordinatore dei sindaci della Valle del Belice, Nicola Catania, era stato molto chiaro sulla differenza tra l’azione di protesta della società civile e quella dialogante delle istituzioni. E in una nostra intervista, dichiarò di essere “pienamente convinto che la discussione debba essere riportata all’interno delle istituzioni, dalle istituzioni ed al tavolo delle istituzioni. Il comitato fa tanto lavoro, lo fa bene, ma sono momenti diversi rispetto ad un documento che attacca tizio piuttosto che caio. A noi interessa il risultato – aveva aggiunto - E questo, per esperienza, lo si ottiene ai tavoli istituzionali, sapendo rappresentare le questioni”.
Cosa accadrà adesso è difficile dirlo. Ma se il sindaco Alfano stringesse troppo con Orgoglio Castelvetranese, rinunciando a ricucire lo scollamento politico-istituzionale, rischierebbe forse un maggiore isolamento che certo non gioverebbe al Movimento 5 Stelle nell’amministrare una città così complicata come Castelvetrano.
Egidio Morici