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11/10/2019 07:02:00

Messina Denaro e le talpe, Barcellona: "Ho soltanto eseguito gli ordini"

 L’appuntato dei carabinieri Giuseppe Barcellona, ascoltato in incidente probatorio davanti al gup di Palermo Annalisa Tesoriere, ribadisce quanto già dichiarato al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

“Ho soltanto eseguito gli ordini di un mio superiore” ha detto il militare, che alla Compagnia di Castelvetrano si occupava della trascrizione di intercettazioni effettuate nell’ambito delle ricerche del superlatitante Matteo Messina Denaro.

Giuseppe Barcellona è imputato per “rivelazione di segreto d’ufficio” con un altro militare dell’Arma, il tenente colonnello Marco Alfio Zappalà, in un procedimento istruito dalla Dda che vede coinvolto anche l’ex sindaco Dc di Castelvetrano Antonio Vaccarino.

L’appuntato Barcellona, difeso dall’avvocato Gianni Caracci, davanti al gup Tesoriere, ha aggiunto che è stato lui a prendere, per primo, con Zappalà, il discorso sul fatto che lavorava su delle intercettazioni e affermando che la trasmissione delle trascrizioni è stata estemporanea e assolutamente non preventivata.

A chiedere il nuovo interrogatorio sotto le forme dell’incidente probatorio erano stati i pm Francesca Dessì e Pierangelo Padova. L’appuntato è accusato di “accesso abusivo a un sistema informatico” e “rivelazione di segreti d'ufficio” per aver inviato al tenente colonnello Zappalà, “su istigazione” di quest'ultimo, alcuni 'screenshot' di conversazioni captate in un’intercettazione ambientale tra due soggetti (Sebastiano Parrino e Ciro Pellegrino) sottoposti ad indagine nell’ambito delle ricerche volte alla cattura del latitante Messina Denaro.

I due parlavano del funerale di Lorenzo Cimarosa. Zappalà, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana, era in servizio alla Dia di Caltanissetta e secondo gli investigatori avrebbe "girato" via mail la trascrizione a Vaccarino. Quest’ultimo, a sua volta, sempre secondo l’accusa, avrebbe informato Vincenzo Santangelo, titolare di un’agenzia funebre già condannato per mafia, dicendogli “con l'uso che tu sai di doverne fare e con la motivazione che la tua intelligenza sa che mi spinge”.

Per tale ragione i pm della Dda gli contestano anche l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra, ma i giudici del Riesame hanno stabilito che nonostante l'intercettazione integrale contenesse anche alcune ipotesi sui luoghi in cui Messina Denaro avrebbe trascorso la sua latitanza, questa parte non fu mai recapitata né a Vaccarino né a Santangelo.

Ad assistere Vaccarino sono gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo. Ieri, intanto, si sono divise le strade dei tre imputati. Il tenente colonnello Zappalà, dopo aver depositato una relazione tecnica di parte che farebbe venire meno la certezza che sia stato lui a trasmettere il file a Vaccarino in quanto sarebbe stato utilizzato un sistema di trasmissione che l’ufficiale non avrebbe mai adoperato con il suo cellulare, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Il processo inizierà il 12 dicembre.

Barcellona, invece, ha chiesto un rinvio tecnico per eventuale rito alternativo e per lui l’udienza è stata rinviata al 31 ottobre, mentre per Vaccarino, il 27 novembre, si andrà alla discussione per l’eventuale rinvio a giudizio.

Vaccarino e i due carabinieri sono stati arrestati lo scorso 16 aprile nell’ambito delle indagini volte alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro. Zappalà si trova ai domiciliari dal 27 luglio (prima era in carcere), mentre Vaccarino è libero già dal 29 aprile, in seguito alla scarcerazione disposta dal Riesame per “mancanza dei gravi indizi di colpevolezza”. L’appuntato Barcellona, invece, dopo un primo periodo di carcerazione ed un altro ai domiciliari, è stato rimesso in libertà dal gip lo scorso 22 luglio.