Se la sono cavata tutto sommato a buon mercato due imprenditori agricoli corleonesi processati davanti il Tribunale di Trapani per tentata estorsione e lesioni.
Per i giudici, infatti, i due avrebbero soltanto tentato di farsi giustizia da soli. E così, il collegio presieduto da Enzo Agate, giudici a latere Badalucco e Nodari, ha assolto da tentata estorsione e lesioni Salvatore ed Angelo Pomilla, rispettivamente di 44 e 39 anni, condannandoli però a cinque mesi di reclusione ciascuno (pena sospesa) per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
A difenderli è stato l’avvocato marsalese Salvatore Fratelli, che afferma: “Il Tribunale, ritenendo fondata la mia ricostruzione difensiva, tendente a dimostrare la legittimità del credito vantato dai Pomilla, ha assolto dalla grave accusa i due imprenditori”.
I fatti contestati risalgono al periodo tra l’agosto e il dicembre 2015, quando a Buseto Palizzolo, i due Pomilla, secondo l’accusa (pm Sara Morri), “al fine di procurarsi un ingiusto profitto con altrui danno, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con violenza e minaccia – dopo essersi recati più volte presso l’azienda agricola “Pietra dei fiori srl” gestita da Milazzo Ignazia e dal marito Matranga Sebastiano, avere richiesto insistentemente il pagamento di un credito ammontante a circa 20 mila euro (in relazione all’acquisto di uva effettuato dalla predetta azienda), avere più volte contato i debitori al telefono, e il 10 agosto 2015 presentandosi improvvisamente nella loro azienda, buttando a terra e prendendo a calci una macchinetta per il caffè, distruggendola, afferrando per i polsi la Milazzo e stringendole con forza il braccio sinistro, girandoglielo fino a slogarlo, gettando a terra e rompendo un televisore, minacciando i familiari della donna e facendo intendere di voler uccidere i maschi della famiglia, puntando l’indice e il pollice come a mimare di impugnare una pistola. Un altro blitz l’indomani, con minaccia di prendersi il trattore. Infine, l’1 dicembre, un’altra incursione per chiedere il pagamento del credito sempre con modi piuttosto bruschi. “Noi – avrebbero detto i Pomilla in quell’occasione – le nostre cose non siamo abituati a risolverle con gli avvocati, ma le risolviamo da noi e a nostro modo”.