Continuiamo il nostro approfondimento sulle famiglie mafiose della provincia di Trapani, (qui potete leggere la prima parte) e (qui la seconda), alla luce delle ultime indagini. Oggi proseguiamo soffermandoci sulla famiglia mafiosa di Marsala che, da sempre, ha avuto un cospicuo numero di affiliati.
Una delle ultime operazioni che ha interessato la famiglia marsalese è “Visir” del maggio 2017, che ha messo in luce il contrasto tra due appartenenti alla cosca: Nicolò Sfraga e D’Aguanno Vincenzo. Ma bisogna ricordare che prima di “Visir”, diverse altre operazioni hanno dimostrato l’esistenza e l’operatività della famiglia mafiosa marsalese che, lo ricordiamo, fa parte del mandamento di Mazara del Vallo.
Gli arresti dei boss nel territorio marsalese - Le continue indagini delle forze di polizia e del dipartimento distrettuale antimafia hanno consentito di arrestare nel territorio di Marsala, pericolosi latitanti della famiglia come i fratelli Giacomo e Tommaso Amato, Natale Bonafede, allora boss reggente della famiglia marsalese, arrestato in una villetta nella periferia sud di Marsala, assieme al boss a capo del mandamento di Mazara, Andrea Mangiaracina, ma anche Antonino Rallo, il fratello Vito Vincenzo Rallo e Francesco De Vita.
Gli avvicendamenti al vertice - Operazioni e arresti che hanno così permesso di ricostruire l’organigramma e documentato i diversi avvicendamenti al vertice. Nel 2003 a capo della famiglia vi era Natale Bonafede, al quale dopo il suo arresto subentra Antonino Rallo che divenne presto latitante per sfuggire ad una condanna all'ergastolo e ricoprì il ruolo di capo della famiglia fino al 2007 quando venne arrestato. La guida cosi passa al fratello Vito Vincenzo Rallo, che mantiene la reggenza fino al 2009 quando anche lui viene arrestato. A quel punto si apre un periodo di non reggenza che, però, viene subito risolto, con l’affidamento della famiglia all’anziano Antonino Bonafede, padre di Natale Bonafede. In questo periodo Bonafede viene aiutato dal nipote Ignazio Lombardo che, per via dei vincoli di parentela, diventa a tutti gli effetti un luogotenente dello zio, che si confronta con gli altri soggetti affiliati e con i rappresentanti delle altre famiglie mafiose.
Le conferme di questo quadro evolutivo della mafia a Marsala, arrivano anche dalle indagini “The Witness" e "Parthicus" rispettivamente del 2009 e 2015 e dalle dichiarazioni del pentito Lorenzo Cimarosa. E di un altro avvicendamento al vertice della famiglia, parla appunto Cimarosa. Con le sue dichiarazioni ricorda che, con la scarcerazione di Vito Vincenzo Rallo, avvenuta nel 2013, quest’ultimo torna a dirigere la famiglia mafiosa marsalese. Nel corso di un interrogatorio del 2016, Cimarosa affermava che Rallo fosse succeduto a Ignazio Lombardo. Queste le sue parole : “Ribadisco che Ignazio Lombardo rappresentava la famiglia mafiosa di Marsala, così come io rappresentavo quella di Castelvetrano… ha comandato lui fino alla scarcerazione di Vito Vincenzo Rallo”.
Le diverse indagini che in questi ultimi anni hanno interessato il territorio marsalese, oltre alla conoscenza delle dinamiche interne dell’organizzazione, hanno permesso di scoprire molti degli appartenenti alla famiglia malavitosa locale che, condannati per diversi reati ed espiate le pene in carcere, una volta tornati in libertà, si reinserivano nell’organizzazione e nel tessuto criminale al quale appartenevano. Tra queste, spiccano figure come Michele Giacalone e Michele Lombardo, arrestati entrambi nel 2007 e Vincenzo D’Aguanno. I tre avendo dato un importante contributo all’associazione criminale e partecipando alle scelte e alle dinamiche interne dell’organizzazione, rivendicano un ruolo di rispetto e di tutela da parte dei vertici della famiglia.