16,30 - Per legittimo impedimento dell’imputato, è stata stralciata, davanti al gup di Palermo Filippo Lo Presti, la posizione del deputato regionale marsalese di Forza Italia Stefano Pellegrino, per il quale la Procura della repubblica di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione elettorale in concorso.
Il parlamentare regionale ricevette una informazione di garanzia lo scorso febbraio nell’ambito dell’indagine dei carabinieri “Mafia Bet”, che per associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale ha visto finire in carcere gli imprenditori presunti mafiosi di Campobello di Mazara Salvatore “Mario” Giorgi, di 61 anni, e Calogero Jonn Luppino, di 39, zio e nipote, nonché Francesco Catalanotto, di 47, di Castelvetrano, gestore di un centro scommesse a Campobello.
All'on. Pellegrino, comunque, non è stata contestata l'aggravante mafiosa. Il 15 marzo, poi, i carabinieri arrestarono, per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, i campobellesi Giacomo Barbera, di 66 anni, e Paolo De Santo, di 44. Entrambi sono tornati in libertà, ma con divieto di dimora a Campobello di Mazara. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì.
Secondo l’accusa, Giorgi e Luppino (quest’ultimo definito “re delle scommesse on line” nel Trapanese), alle ultime competizioni regionali (2017), avrebbero procurato voti a Pellegrino distribuendo a famiglie poco abbienti pacchi di generi alimentari. Stefano Pellegrino, uno dei più noti avvocati penalisti del foro di Marsala, è stato eletto con 7670 preferenze. “Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale” ha sempre affermato l’on. Pellegrino. Il rinvio a giudizio è stato, inoltre, chiesto anche per Giorgio Gaspare Luppino, di 66 anni, Maria Tocco, di 38, Antonino Cucuzza, di 45, Paola Maggio, di 38, Calogero Pizzolato, di 40, Gaudenzia Zito, di 50, tutti di Campobello di Mazara, Vito Balsamo, di 39, di Salemi, Antonino Tumbiolo, di 48, di Mazara del Vallo, e Giuseppe Di Stefano, di 82, di Salaparuta. Per l’on. Stefano Pellegrino, difeso dagli avvocati Luigi Pipitone e Gabriele Pellegrino, l’udienza è stata rinviata al 18 dicembre, mentre per tutti gli altri imputati al 2 dicembre, quando il gup sarà chiamato a decidere sulle richieste di costituzione di parte civile avanzate da Codici Sicilia, Antiracket Trapani e dai Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara.
Le richieste di costituzione di parte civile sono state avanzate contro gli imputati accusati di associazione mafiosa.
06,30 - Comincia oggi il rito delle udienze preliminari per gli indagati dell'importante operazione "Mafia Bet".
La Dda ha chiesto il rinvio a giudizio delle 15 persone coinvolte nell'indagine dei carabinieri (potete leggere qui) che il 22 febbraio ha visto finire in carcere, per associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale, gli imprenditori campobellesi presunti mafiosi Salvatore «Mario» Giorgi, di 61 anni, e Calogero Jonn Luppino, di 39, zio e nipote, e il castelvetranese Francesco Catalanotto, di 47, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara.
L'indagine, insieme ad altre, dimostra come sia stato inquinato il voto per le elezioni amministrative a Campobello di Mazara, in occasione dell'elezione del Sindaco Castiglione. Tuttavia, nonostante le inchieste della procura e quelle di Tp24, a differenza di altri Comuni, a Campobello di Mazara non è stato fatto alcun accesso agli atti da parte della Prefettura, nè è mai stata ventilata l'ipotesi di uno scioglimento per mafia del Comune.
Gli inquirenti contestano a Luppino, Giorgi e Francesco Catalanotto di far parte dell’organizzazione mafiosa insieme a personaggi di spicco quali Matteo Messina Denaro, Francesco Luppino, Rosario Allegra (da poco deceduto), Dario Messina, Raffaele Urso ed altri.
In particolare a Luppino si contesta:
Calogero Luppino è anche accusato di tentata estorsione con l’aggravante mafiosa insieme con Filippo Dell’Aquila e Raffaele Urso perché con violenza e minaccia costringevano l’imprenditore Domenico Pitti a consegnare loro beni per un valore di 100.000 euro, somma che il Luppino dichiarava nelle intercettazioni telefoniche di vantare da Pitti.
A Mario Giorgi si contesta di aver intrattenuto numerosi rapporti con esponenti mafiosi con i quali pianificava strategie di realizzazione di attività imprenditoriali poste in essere grazie all’intimidazione mafiosa di Cosa Nostra e all’appoggio di Dario Messina e per aver gestito la “cassa” dell’organizzazione mafiosa ripartendo le somme tra i diversi soggetti mafiosi.
Anche Giorgi è indagato per la presunta avvenuta estorsione con l’aggravante mafiosa insieme a Dario Messina per aver costretto Antonino Salvatore Fiocca e Carmelo Salvatore Carenini, gestori del Bar Fiocca, a non sostituire le slot machine di proprietà di Giorgi con quelle di altri imprenditori.
Nella stessa indagine, una informazione di garanzia, per l'ipotesi di corruzione elettorale in concorso, ma senza l'aggravante mafiosa, venne notificata al deputato regionale marsalese di Forza Italia Stefano Pellegrino (qui il nostro articolo). Secondo l'accusa, Giorgi e Luppino (quest'ultimo definito “re delle scommesse on line” nel Trapanese), alle ultime competizioni regionali (2017), avrebbero procurato voti a Pellegrino distribuendo a famiglie poco abbienti pacchi di generi alimentari. Stefano Pellegrino, uno dei più noti avvocati penalisti del foro di Marsala, è stato eletto con 7670 preferenze. A difendere il parlamentare regionale marsalese sono gli avvocati Luigi Pipitone e Gabriele Pellegrino.
A metà marzo, poi, i carabinieri arrestarono, per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, i campobellesi Giacomo Barbera, di 66 anni, e Paolo De Santo, di 44. Ma entrambi sono già tornati in libertà, seppur con divieto di dimora a Campobello di Mazara.
Il rinvio a giudizio è stato, inoltre, chiesto anche per i campobellesi Giorgio Gaspare Luppino, di 66 anni, Maria Tocco, di 38, Antonino Cucuzza, di 45, Paola Maggio, di 38, Calogero Pizzolato, di 40, Gaudenzia Zito, di 50, il mazarese Antonino Tumbiolo, di 48, Giuseppe Di Stefano, di 82, di Salaparuta, e il salemitano Vito Balsamo, di 39 anni.