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06/11/2019 06:00:00

Caso Nicosia. Santo Sacco, “il braccio destro del primo ministro Matteo Messina Denaro”

 Sorridente, benevolo, con la faccia pulita e la camicia giusta.

Un curriculum invidiabile, col quale si spacciava anche per docente universitario.

E’ così che Antonino Nicosia, detto Antonello, è diventato collaboratore della deputata Giuseppina Occhionero (eletta in Leu e poi passata con Italia viva).

E dato che nessuno si ricordava più della sua condanna a 10 anni per traffico di droga, ha avuto la possibilità di far visite “istituzionali” ai carcerati. Compresi i mafiosi al 41 bis.

 

Li incontrava e si accertava che non si pentissero, riferendo poi all’esterno i loro messaggi.

L’accusa è di essere il messaggero dei boss nelle carceri.

E’ per questo che è stato arrestato nel blitz in cui il Gico della guardia di finanza e i carabinieri del Ros hanno bloccato anche il capomafia di Sciacca Accursio Dimino ed altri tre per favoreggiamento (Massimiliano Mandracchia e i gemelli Luigi e Paolo Ciaccio). Ne abbiamo scritto qui.

Per i pm Nicosia era in società con Dimino, in attesa di un finanziamento per un progetto da un milione di euro che avrebbe dovuto finanziargli Matteo Messina Denaro.

Noi preghiamo San Matteo – diceva Nicosia, intercettato mentre parlava con l’onorevole Occhionero – tutti i Matteo… quelli buoni, quelli cattivi… San Matteo proteggici… mai contro a San Matteo… onorevole Occhionero… mai mai si deve dire che siamo stati contro San Matteo, non si può sapere mai… per ora c’è San Matteo che comanda…”.

 

E i messaggi ai mafiosi venivano veicolati perfino su carta intestata della Camera dei deputati.

E’ il caso del castelvetranese Santo Sacco, esponente della famiglia mafiosa di Castelvetrano e uomo di fiducia di Matteo Messina Denaro. Ma anche ex consigliere provinciale a Trapani ed ex consigliere comunale a Castelvetrano, sindacalista, ormai con una condanna definitiva per mafia dopo un lungo processo in cui sono state dimostrate, si legge nel provvedimento, “le sue pericolosissime connivenze con politici, amministratori, personaggi influenti, connivenze tutte messe a disposizione di Cosa nostra” per il controllo di numerose iniziative imprenditoriali per l’energia da fonti rinnovabili, sia in provincia di Trapani che in altre zone della Sicilia.

 

Nicosia e l’onorevole Occhionero, intercettati, parlavano proprio di lui:

 

NICOSIA: A Trapani hai visto, ma perché lui è convinto che comanda lui a Trapani perché quello è amico suo il comandante ... io immagino la scena appena quello gli ha portato quella e-mail ... gli avrà detto ‘il mi auguro che lei non abbia stropicciata questa cosa’ perché questa me la manda l'amico mio ... cioè me la sta mandando l'amico mio ... cioè questa è l'onorevole amica mia (ride)

OCCHIONERO: (ride)

NICOSIA: E ai compagni di cella chissà cosa minchia gli ha ... io ve l’ho detto che quelli sono venuti a farmi gli auguri, guardate qui ... (ride)

OCCHIONERO: (ride)

NICOSIA: La carta intestata della Camera, cioè io sono Santo Sacco, pure qua dentro, capito, la carta intestata della Camera

OCCHIONERO: Gli è piaciuta?

NICOSIA: Ma certo, la carta intestata della Camera, gli potevo mandare una cosa così? Mi sono fatto dare un blocchetto di carta intestata Camera dei Deputati

OCCHIONERO: Bravo!

NICOSIA: Con la firma sotto perché ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole ... e lui questa cosa la porterà in giro come fidanzata …

OCCHIONERO: Amoooreee (in senso di compassione per SACCO, ndr)

NICOSIA: … Come una fidanzata, sezione sezione. Io sono Santo SACCO, io sono Santo Sacco anche in galera! Ed il primo Ministro è sempre a Castelvetrano ... non si scherza (ride)

OCCHIONERO: A posto ... (ride)

 

Anche se la Occhionero, forse per alcuni commenti negativi su Santo Sacco, veniva pesantemente redarguita dal Nicosia che, nel marzo scorso le inviava due  messaggi vocali, intercettati dalle cimici nascoste dagli inquirenti nelle auto che noleggiava:

 

Primo vocale NICOSIA: “Onorè non parlare a matula, onorè non parlare a matula, già stai parlando a matula … Santo Sacco non sbaglia, Santo Sacco non sbaglia, Santo Sacco, il braccio destro del primo ministro, non sbaglia, non sbagliare a parlare tu invece, che non è giusta questa cosa, meno male che non ti sente perché per quest’ora dorme alle tre si fa il riposino  perché altrimenti lo chiamerei per dire che cosa mi hai detto, non si fanno queste cose

 

Secondo vocale NICOSIA: “Onorè, non è che fai finta che non capisci le cose e te le facciamo passare lisce a matula, a matula, a matula, parli a matula, a matula, a matula significa parli inutilmente dici minchiate e non è permesso, non è permesso altrimenti il cous cous a Selinunte non te lo puoi mangiare manco se viene lo capisci chi può venire manco se... e manco se porti Bersani che tu dici che può fare tutte cose... a Selinunte cous cous non ne mangia nessuno  cioè non parlare a matula trattalo bene lo zio Santo Sacco vedi che ti ha mandato pure la fotografia del giornale la copia del giornale ti dice che non c’entrano più niente loro perché non so... non sono più al comando (ride) cioè Santo Sacco praticamente che è caduto in disgrazia”.

 

Ma Nicosia, il mafioso santo Sacco lo conosceva da diverso tempo. E all’onorevole Occhionero manifestava le sue preoccupazioni sul rischio di un nuovo arresto dopo essere uscito dal carcere e dei consigli che gli aveva dato.

NICOSIA: Ma gliel’ho detto ieri, quando poi si è avvicinato gli ho detto “Sà, porca puttana, continui a dire minchiate, a sparare cazzate, a parlare assai, cioè capisci che tua madre quando hai detto le prime cose avrebbe dovuto tagliarti la lingua?”

 

E sempre alla Occhionero, Nicosia racconta di quando, per la prima volta, lo vide al Pagliarelli di Palermo.

NICOSIA: Facevamo finta di non conoscerci. Esatto perché io gli ho fatto il segnale perché se no lui ...

OCCHIONERO: Se no lui cominciava: amico mio ...

NICOSIA: Si metteva a piangere, no si metteva a piangere perché era in un momento ... era all’inizio, era un momento un poco emotivo ... cioè “Sà devi fare il bravo però, se no me ne vado”, mi stringeva la mano ... “basta che non facciamo storie perché qui lo capisci tu vai a finire in sezione, ti trasferiscono ed io non entro più” ... perciò ha capito, siamo rimasti davanti un secondo da soli e gli ho fatto capire come si doveva comportare ... ma poi se l’è scordato perché ...

 

Dal 21 ottobre scorso, Santo Sacco non è più in carcere ed il 26 è tornato a Castelvetrano, da sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno.

Il 29 Nicosia lo è andato a trovare nella sua casa di Marinella di Selinunte.

Una riunione tra pregiudicati, sottolineano gli inquirenti, durata almeno una ventina di minuti.

E proprio durante questa visita, dal cellulare di Nicosia è partito un sms: “Ti aspetta Santo Sacco”.

Il destinatario del messaggio è Giuseppina Occhionero.

Che risponde così: “?? Ma è uscito dal villaggio????.

Una strana risposta da parte di una che con Nicosia aveva interrotto ogni collaborazione da tempo (sarebbe durata solo 4 mesi), proprio dopo essersi accorta che il suo curriculum ed i suoi racconti erano fasulli. Cosa che però non risulta aver mai denunciato.

 

E Messina Denaro? Ancora latitante.

Oggi gli manca un’altra potenziale spalla: il capomafia di Sciacca, Accursio Dimino.

E non si può fare a meno di ricordare, come già sottolineato da alcuni tg nazionali, che “qualche inverno fa, qualcuno giurava di avere visto Matteo Messina Denaro seduto in un bar del centro di Sciacca, bere tranquillamente una grappa insieme con altre persone. Una segnalazione finita in un fascicolo dell’Operazione Tramonto, l’inchiesta delle forze di polizia per arrivare al capomafia di Castelvetrano”.

 

Egidio Morici