È stato arrestato questa mattina, a più di sei mesi dall’allontanamento dalla sua parrocchia, il sacerdote Michele Mottola ritenuto responsabile di abusi su una ragazzina di 11 anni. Contro il prete originario di Caivano, ma negli ultimi tempi residente a Crispano, ci sono le accuse della bimba che ha registrato degli incontri all’interno della parrocchia di Trentola Ducenta dove il 60enne avrebbe approfittato di lei. Negli audio agli atti del pm Il prete chiede “bacetti e abbracci” alla ragazzina, la piccola sussurra più volte “basta”; il prete, ancora, parla di “cose normali di quelle che fanno anche i fidanzati” quando la bambina inizia a mostrarsi riluttante e in, un diario, scrive: «Ma è sesso quello che facciamo io e Don Michele».
Fu la diocesi di Aversa, a maggio a divulgare la notizia dell’allontanamento di don Mottola dalla parrocchia di San Giorgio a Ducenta, nel Casertano. La famiglia della vittima, infatti, preferì rivolgersi al vescovo anziché sporgere denuncia, cosa che fece poi in un secondo momento. Determinanti sono stati per l’emissione della misura cautelare le dichiarazioni rese dalla vittima durante l’interrogatorio protetto che si è tenuto nei giorni scorsi alla presenza di una équipe di psicologi. La ragazzina ha confermato tutte le accuse e il suo racconto è stato ritenuto sufficiente dal gip di Napoli nord per firmare l’ordinanza di custodia cautelare che da questa mattina blocca in carcere il sacerdote. Contro di lui peraltro è in corso anche il procedimento canonico: lo ha fatto sapere il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, alcuni giorni fa.
L’indagine coordinata dalla procura di Napoli nord diretta da Francesco Greco è stata delegata alla polizia di Stato, commissariato di Aversa guidato da Pasquale Gallozzi. Mottola si è sempre difeso dalle gravissime accuse che lo hanno colpito dichiarando sia da queste colonne che a Mediaset di essere vittima di una congiura.
FRANCIA. L'ex parroco di Froissy, in Picardia, nord della Francia, è stato ucciso lunedì notte. È stato soffocato con un crocifisso in gola da un 19enne che si è introdotto nella sua abitazione. Alexandre è tuttora ricoverato in ospedale, in un grave stato confusionale. Il sacerdote, Roger Matassoli, da 40 anni celebrava messa nel paese prima di essere sospeso a causa di molestie e abusi sessuali su chierichetti.
La comunità cattolica di Froissy è sotto shock, conosce il parroco da anni, da quando era viceparroco nel 1967 fino a quando, nel 1988, aveva assunto la responsabilità della parrocchia dell'Assomption de Notre-Dame. Infine nel 2009, il parroco era stato sospeso per i gravissimi fatti di cui si era reso colpevole.
Matassoli era stato sospeso con divieto di celebrare liturgie, anche privatamente. "Nel 2009 - si legge in un comunicato diffuso ieri sera dal vescovo della diocesi dell'Oise, Jacques Benoit-Gonnin - avendo incontrato una vittima, ho preso nei confronti di padre Matassoli misure per allontanarlo dall'esercizio pubblico del ministero. Dopo la presentazione di una denuncia, abbiamo avviato una procedura canonica che ha permesso di ascoltare la testimonianza delle vittime. A Matassoli è stato quindi vietato l'esercizio di qualsiasi ministero, anche privatamente".
In procura risultano due denunce del 2018 per violenze sessuali commesse su chierichetti fra i 10 e i 14 anni in parrocchia. Fatti che, per la giustizia, sono risultati prescritti, perché commessi nel 1962, e fra il 1976 e il 1980. Il vescovo ha chiesto "perdono" alle vittime, anche durante un incontro personale con una di loro.
Il quotidiano Le Parisien ha incontrato una delle vittime del sacerdote che, rispondendo a un'intervista, rivela che il parroco, nel 2015, gli chiese "umilmente perdono" parlandogli dei "torti" che aveva commesso nei suoi confronti.
Il giovane accusato della sua morte ora è in ospedale in stato di "semidelirio e senza possibilità di esprimersi" ha detto il procuratore Florent Boura, non ha "mai detto di essere stato personalmente vittima" di molestie o violenze. Matassoli però era "una persona vicina alla sua famiglia". In queste ore vengono interrogati familiari e amici di Alexandre, che non sta bene da qualche settimana, secondo i familiari, una quindicina di giorni di fa aveva anche aggredito il padre.