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15/11/2019 06:55:00

Sicilia, ventimila agricoltori in piazza. L'attacco a Musumeci

 Sono stati circa 20 mila, secondo la Coldiretti, gli agricoltori che hanno manifestato a Palermo. "Non possiamo accettare che un governatore dica che per allineare la Sicilia alle altre regioni debbano passare più di 10 anni - sostiene la Coldiretti - Non possiamo accettare che si addossi la colpa delle inefficienze alla mancanza di personale qualificato. O che la colpa sia del governo nazionale o di quello precedente e dell'Unione europea". Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente nazionale Ettore Prandini.

"Durante l'incontro con Musumeci - dice Prandini - è emerso che devono passare anni per ottenere un cambiamento che riguardi la soluzione ai problemi della zootecnia, viabilità, al sistema irriguo. E questo credo non si possa assolutamente accettare perché significa confinare la Regione all'ultimo posto. Il punto è che se non si spendono i fondi europei in tempo".

Ci sono a rischio disimpegno 160 milioni di euro del Psr Sicilia che l’agricoltura isolana perderebbe per sempre. Tutta colpa della Regione-lumaca, denuncia Coldiretti Sicilia .

A guidare il corteo i sindaci di molti centri agricoli e i vertici nazionali e regionali di Coldiretti: Ettore Prandini, il presidente nazionale, Vincenzo Gesmundo il direttore generale nazionale, Francesco Ferreri, il presidente regionale.

Il presidente della Regione Nello Musumeci era stato piuttosto critico con Coldiretti: «Ho avuto, e continuo ad avere, grande rispetto per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli in generale. Ma quando le manifestazioni di protesta assumono il cattivo sapore della strumentalizzazione provo tanta tristezza. Sarò lieto di incontrare, domani, la delegazione della Coldiretti per rispondere, punto dopo punto, alle osservazioni dell’organizzazione. Serve una vera collaborazione, se vogliamo uscire da una crisi che tiene l’agricoltura siciliana (come quella nazionale) alle prese con mille problemi. Molti di questi vanno risolti a Roma e Bruxelles e spero che la Coldiretti vorrà e saprà ammetterlo».

«Ci vorranno almeno tre lustri – ha detto loro – per rendere la nostra agricoltura competitiva al pari delle altre Regioni Italiane. L’importante era avviare un nuovo corso e lo abbiamo già fatto. Auspico un clima di serenità nel confronto con la Coldiretti, così come c’è con tutte le altre organizzazioni di categoria».