Quasi in contemporanea con la confisca di beni per un valore di circa tre milioni di euro, per il 52enne presunto boss mafioso di Partanna Giovanni Domenico Scimonelli, ritenuto molto vicino al latitante Matteo Messina Denaro, è iniziato, davanti al gup di Palermo, un procedimento che lo vede imputato, quale mandante di una serie di attentati incendiari contro alcuni imprenditori e professionisti che adesso si sono costituiti parte civile.
Con Scimonelli, sono imputati, per associazione mafiosa, anche Nicolò Nicolosi, di Vita, e Attilio Fogazza, di Gibellina, che con Scimonelli hanno condiviso anche il processo per l’omicidio di Salvatore Lombardo, ucciso con due fucilate, a Partanna, davanti il bar “Smart Cafè”, il 21 maggio 2009.
L’ucciso, un pastore con precedenti penali, aveva 47 anni. Ad autoaccusarsi come autori materiali del delitto, indicando Scimonelli come “mandante”, sono stati proprio Nicolosi e Fogazza (a sparare sarebbe stato il primo, mentre il secondo era alla guida dell’auto), già condannati a 16 anni di carcere ciascuno dal gup di Palermo Filippo Anfuso, mentre lo scorso 11 settembre la Corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato l’ergastolo sentenziato, in primo grado, dalla Corte d’assise di Trapani. Secondo l’accusa, Lombardo sarebbe stato punito per il furto di un furgone carico di merce del supermercato Despar di Partanna, di cui, all’epoca, “Mimmo” Scimonelli sarebbe stato gestore “di fatto”.
Adesso, “Mimmo” Scimonelli, difeso dall’avvocato Calogera Falco, è accusato per una serie di atti intimidatori. E tra coloro che davanti al gup di Palermo hanno chiesto di costituirsi parte civile c’è anche Nicola Clemenza, presidente di LiberoFUTURO Castelvetrano, al quale anni fa, una notte, fu incendiata l’auto e parte della sua abitazione. Già condannati gli esecutori materiali, adesso alla sbarra c’è il presunto mandante (Scimonelli). “Quel vile attentato – si legge in una nota di LiberoFUTURO - ha inevitabilmente creato un grave turbamento nei familiari di Clemenza che rimasero bloccati in casa a causa delle fiamme ma Nicola non si lasciò intimidire e anzi incrementò la sua attività antimafia a fianco di altri imprenditori e in collaborazione con LiberoFUTURO Palermo ha contribuito alla nascita di altre associazioni attive in Sicilia occidentale”. Davanti al gup, Scimonelli ha scelto di farsi giudicare con rito ordinario (sarà, quindi, processato davanti il Tribunale di Marsala), mentre Nicolosi e Fogazza, accusati in concorso con Scimonelli per gli attentati incendiari, hanno deciso di farsi giudicare con rito abbreviato davanti al magistrato palermitano.