Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/12/2019 02:00:00

Mafia, riassegnata la scorta alla testimone di giustizia Valeria Grasso

 È stata riassegnata la scorta alla testimone di giustizia Valeria Grasso. È stato il comandante del Nucleo scorte, Luca Nuzzo, a consegnare a Valeria Grasso la comunicazione scritta: "L'ufficio centrale Interforze per la Sicurezza Personale ha determinato - si legge - nei confronti della Signoria vostra la rimodulazione del dispositivo di tutela da assicurarsi su tutto il territorio nazionale".

Lo scorso 23 novembre la donna aveva ricevuto la comunicazione della revoca a Roma del servizio di protezione che negli anni scorsi ha testimoniato contro il clan Madonia. "Nell'epoca in cui il Ministro dell'Interno è una donna, e alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, vengo lasciata sola - aveva commentato lei -, anche nel mio impegno contro la criminalità e la mafia che mi vede tutt'oggi in prima linea nella sensibilizzazione pubblica a sostegno della legalità e della giustizia perchè, l'ho dichiarato più volte, mi sento una donna dello Stato piuttosto che vittima della mafia"

La palermitana Valeria Grasso si è ribellata alla legge del pizzo, ha sfidato ed ha fatto arrestare membri del Clan Madonia. Come testimone di giustizia è stata protetta con il IV livello di rischio, già di per sè insufficiente tenuto conto della gravità delle minacce che ha subito, era stato scritto in una nota.

"Mi ha sorpreso l'assordante silenzio della politica, forse perchè è un tema imbarazzante sul quale ha precise responsabilità. Ringrazio quella parte di Stato per cui io mi sono battuta, il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, il prefetto di Roma e il comandante provinciale dell'arma dei carabinieri, per avere tempestivamente accolto il mio appello ed essere intervenuti affinchè mi venisse riassegnata la tutela, riportando la mia famiglia in sicurezza".