In due hanno rubato oltre cento litri di carburante ad un treno in stazione. Altri tre invece hanno rubato 300 tubi in ferro.
Sono cinque le persone arrestate dai Carabinieri tra Castelvetrano e Gibellina. Arresti in flagranza di reato, proprio beccati poco dopo aver fatto incetta di quello che gli serviva. I due arrestati di Castelvetrano stavano rubando del carburante da una locomotiva ferma i stazione, si tratta di due persone già note alle forze dell'ordine. Mentre a Gibellina sono stati arrestati tre alcamesi, anche loro noti alle forze dell'ordine, che avevano rubato dei tubi in ferro da un fondo agricolo. Ecco i dettagli nella nota dei Carabinieri.
Durante la scorsa notte l’attività di controllo del territorio operata dai Carabinieri della Compagnia di Castelvetrano ha concesso di sventare due furti in flagranza di reato, e di arrestare complessivamente cinque indagati.
A Castelvetrano, i militari della dipendente Sezione Radiomobile – guidata dal Maresciallo Antonino Barbera – hanno tratto in arresto SALERNO Maurizio, 47enne castelvetranese, e RAIA Pietro, 33enne di Partanna, entrambi già noti alle forze dell’ordine: i due venivano colti a rubare circa 110 litri di gasolio da una locomotiva in sosta presso la Stazione Ferroviaria. La refurtiva veniva riconsegnata all’avente diritto, e gli arrestati venivano messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ne disponeva la sottoposizione agli arresti domiciliari in attesa di rito per direttissima.
Quasi contemporaneamente a Gibellina, i militari della dipendente Stazione – diretta dal Maresciallo Salvatore Monteleone – traevano in arresto tre alcamesi, tutti ben noti agli uffici giudiziari: MANCUSO Vito, 48enne, REGINA Pietro, 66enne, MULE’ Salvatore, 43enne.
I militari operanti si recavano su un fondo agricolo sito in c/da Carcia, agro del comune di Salaparuta, dove un privato cittadino aveva segnalato un probabile furto in atto; sul posto venivano individuati i tre indagati, mentre stavano asportando circa 300 tubi in ferro.
L’azione dei malviventi veniva interrotta dal pronto intervento dei militari dell’Arma, che provvedevano a riconsegnare la refurtiva al legittimo proprietario.
Anche in questo caso gli arrestati, dopo le formalità di rito e su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sciacca, venivano condotti in regime di arresti domiciliari, in attesa di convalida.