Il gup di Palermo Claudia Rosini ha ammesso tutte le richieste di costituzione di parte civile avanzate nell’inchiesta della Dda “Mafia Bet” sui clan di Castelvetrano e Campobello di Mazara.
Le parti civili ammesse sono le amministrazioni comunali dei due centri del Belicino, nonché le associazioni Codici Sicilia (avv. Giovanni Crimi), Antiracket Trapani (avv. Giuseppe Novara) e “La Verità vive” di Marsala (avv. Peppe Gandolfo).
Già stralciata la posizione dell’on. Stefano Pellegrino (corruzione elettorale in concorso senza aggravante mafiosa), nel procedimento sono imputati, per associazione mafiosa ed estorsione, due imprenditori di Campobello di Mazara: Salvatore “Mario” Giorgi, di 61 anni (solo per lui anche concorso in corruzione elettorale) e Calogero Jonn Luppino, di 39, zio e nipote. Con loro, in febbraio, fu arrestato anche Francesco Catalanotto, di 47, di Castelvetrano, gestore di un centro scommesse a Campobello. Il 15 marzo, poi, i carabinieri arrestarono, per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, i campobellesi Giacomo Barbera, di 66 anni, e Paolo De Santo, di 44. Entrambi sono tornati in libertà, ma con divieto di dimora a Campobello. Il rinvio a giudizio è stato, inoltre, chiesto anche per Giorgio Gaspare Luppino, di 66 anni, Maria Tocco, di 38, Antonino Cucuzza, di 45, Paola Maggio, di 38, Calogero Pizzolato, di 40, Gaudenzia Zito, di 50, tutti di Campobello di Mazara, Vito Balsamo, di 39, di Salemi, Antonino Tumbiolo, di 48, di Mazara del Vallo, e Giuseppe Di Stefano, di 82, di Salaparuta. Oggi, sette di loro hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato. Sono Giorgi, Catalanotto, Barbera, De Santo, Pizzolato, Tumbiolo e Di Stefano. Tutti gli altri sono stati rinviati a giudizio e saranno processati davanti i Tribunali di Sciacca e Marsala. A difenderli sono gli avvocati Giuseppe Pantaleo, Lillo Fiorello, Antonio Ingroia, Giovanni Di Caro, Salvatore Giovanni Di Stefano Messina, Ferdinando Giannilivigni, Francesco Moceri, Chiara Bonafede, Calogera Falco, Giovanni Mannino, Rosalba Di Gregorio, Mariella Gulotta, Marcella Giovanna Farina, Salvatore Ferrante e Rosario Triolo. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì.