“E’ stata una grande vittoria per me, ma soprattutto per i miei figli perché io sono, innanzitutto, una madre”. Le parole del consigliere comunale di Erice Francesca Miceli dopo che sono state archiviate le indagini della Procura di Trapani, relative al 2018, per voto di scambio e associazione a delinquere.
“Io – dice – ero serena perché sapevo di essere estranea ai fatti che mi venivano contestati, non avendo commesso alcun reato. Alla fine ha trionfato la verità ed io, che ho sempre avuto grande fiducia nella magistratura, sono molto contenta”.
Francesca Miceli, però, è stata rinviata a giudizio – il procedimento è tuttora in corso innanzi al tribunale di Trapani – per un’altra vicenda finita in un’aula giudiziaria. Quella relativa ad un favore, l’abbattimento di una barriera architettonica, in cambio del proprio voto favorevole, in aula, al Piano rifiuti.
Secondo l'accusa, su richiesta di Francesca Miceli, l'ex assessore comunale Angelo Catalano - finito poi agli arresti domiciliari- avrebbe imposto all'impresa "Studio due costruzioni" di Girolamo Poma, di sospendere dei lavori che stava eseguendo per conto dell'amministrazione ericina, per andare a rimuovere la barriera architettonica che intralciava l'ingresso al bar di via Cosenza, gestito da Fabio Grammatico, marito del consigliere comunale. In cambio del "favore" lei avrebbe votato a favore del Piano rifiuti.
“Ma io – dichiara Miceli – sono serena perché anche questa vicenda si concluderà in maniera positiva”.