La Regione ha effettuato dei tagli per ripianare il disavanzo, così come evidenziato dalla Corte dei Conti.
Tagli su tutto, colpiti i capitoli della Sanità e del Bilancio, meno soldi per i sindaci per un ammontare di 87 milioni di euro.
Ripianare il disavanzo e attuare le misure correttive che ha elencato la magistratura contabile è l’obiettivo del presidente Nello Musumeci, un disavanzo che è stato creato dai governi precedenti e che equivale a 2 miliardi di euro, uno dei quali deve rientrare entro il 2019.
I tagli ammontano a 255 milioni di euro, dai trasporti pubblici locali per 11,9 milioni, meno contributi per i piccoli aeroporti, Birgi non riceverà 4,6 milioni di euro, 750 mila Comiso. Grave perdita per il presidente di Airgest, Salvatore Ombra, che nelle ultime settimane ha fatto dell’aeroporto la sua seconda casa riuscendo a portare più di un risultato al territorio.
Tagli per le società sportive con meno 2,9 milioni, 2 milioni tolti anche alle iniziative artistiche.
Tutti i settori sono stati colpiti, perdono 624 mila euro le comunità alloggio per minori, la Sas 925 mila, un milione e mezzo sono stati tolti dal fondo di solidarietà per la pesca, 3 milioni e mezzo in meno per la bonifica dei siti inquinanti. Meno fondi per i medici legati con un rapporto di esclusività con gli ospedali, oltre un milione di euro di tagli per le spese sanitarie per gli immigrati, un milione e mezzo arrivano dalla formazione in medicina generale, 3,9 milioni di euro sono stati tagliati dalle scuole paritarie per l’infanzia, due milioni dagli Enti per il diritto allo studio.
Il dipartimento all’Energia subirà un taglio di 1,2 milioni di euro, somma che verrà tolta al servizio di dissalazione dell’isola di Vulcano.
E ancora niente buonuscite per 6 milioni ai dipendenti, stessa cosa per l’indennità ad assessori e presidente della Regione per mezzo milione di euro.
Si tratta di tagli che riguardano somme non spese, tuttavia la questione sarà affrontata in Aula.
Musumeci è volato a Roma a chiedere al governo Conte che si possa votare in Parlamento la norma che consenta alla Sicilia di ripianare il disavanzo in 10 anni, una legge che potrebbe essere inserita come ultima spiaggia nel decreto Milleproroghe.
Al momento la spesa corrente regionale è bloccata.