Un documento di proposte condivise da consegnare al governo regionale, nazionale e all’Ue per ribadire la necessità di "invertire la rotta" e fermare la fuga dei giovani dalla Sicilia. L'iniziativa è dei Giovani imprenditori di Confindustria che oggi, nella sede di Sicindustria di Palermo, hanno chiamato a raccolta tanti giovani siciliani che hanno partecipato a 'Muovi-Menti'.
Una vera e propria chiamata alle armi per dire stop alla fuga dei cervelli e che ha messo insieme il Movimento delle valigie e quello di 'Si resti arrinesci', i giovani dell’Ance, di Confagricoltura e Legambiente. E ancora il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, il vicepresidente della Regione siciliana Gaetano Armao, l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Palermo Giovanna Marano, il rettore dell’Università degli studi di Palermo Fabrizio Micari, il segretario generale della Cisl siciliana Sebastiano Cappuccio, Franco Tarantino e Giovanni Borrelli rispettivamente della Cgil e della Uil Sicilia.
"I numeri, da soli, basterebbero a far saltare dalla sedia chiunque – ha detto il presidente dei Giovani imprenditori siciliani Gero La Rocca – 5.608 laureati di 25 anni che, in appena un anno, nel 2018, hanno abbandonato la Sicilia per andare a lavorare altrove e 200 mila già formati che, dal 2002 al 2017, hanno deciso di fare i bagagli. E il termine deciso lascia l’amaro in bocca perché, troppo spesso, la partenza non è una scelta ma una necessità".
"Dobbiamo invertire la rotta - aggiunge - perché una cosa è certa: non vogliamo essere ricordati come la generazione che avrebbe potuto fare qualcosa e che non l’ha fatta". "L’impresa – ha sottolineato Albanese – è l’unico reale generatore di ricchezza capace di creare opportunità per i nostri giovani. Oggi il problema reale è che i ragazzi vanno via perché questa terra non è attrattiva. Ci diamo finalmente un modello di sviluppo che alla Sicilia manca da 50 anni?". Un invito subito raccolto dal vice presidente della Regione Armao che ha annunciato: "Entro venerdì consegneremo lo schema strategico di sviluppo 2020-2030 e, appena varato dal presidente Musumeci, sarà distribuito a tutte le organizzazioni e ai sindacati per condividerlo perché non può esistere crescita senza condivisione. Questa Sicilia è stata finora troppo disattenta nei confronti di chi vuole investire qui".
I punti principali della battaglia - Tutti concordi su alcuni punti essenziali che rappresenteranno i cardini del documento. Nessuna forma di sussidio ma creazione di lavoro reale; misure per la crescita dimensionale delle imprese; un piano infrastrutturale materiale e immateriale adeguato a una produzione 4.0; un impianto normativo snello e una burocrazia efficace ed efficiente che attragga gli investimenti e non li respinga così come avviene adesso. E ancora un uso dei fondi pubblici che abbandoni le logiche clientelari e che invece risponda a un piano di sviluppo; una formazione agganciata alle politiche del lavoro; una pubblica amministrazione che punti ad una completa digitalizzazione.