Si attende oggi da Roma il verdetto sui debiti della Regione Siciliana, con la possibiltà di spalmarli per i prossimi anni. Le speranze per la Sicilia sono affidate all'articolo 28 del Milleproroghe che consente di spalmare in dieci anni il maggiore disavanzo della Regione siciliana senza dovere ricorrere ad una manovra da 260 milioni di euro.
«Come è d'obbligo quando c'è in discussione l'interesse superiore di una intera regione, stiamo lavorando fattivamente, ma in silenzio, perché il governo nazionale possa inserire nel decreto Milleproroghe una norma che consenta la spalmatura decennale del debito pregresso della Sicilia, accumulatosi durante i governi precedenti a quello Musumeci», dice l'ex presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a margine di una manifestazione di Forza Italia ad Agrigento. «A Roma stiamo riscontrando attenzione e disponibilità a ragionamenti virtuosi», aggiunge, «continueremo ad impegnarci senza sosta perchè la vicenda possa arrivare a una soluzione che veda come unici vincitori i siciliani e le loro speranze di un futuro migliore».
«Se ci sono problemi nelle casse della Regione, e se c'è un'idea di riforme, noi siamo al governo nazionale e siamo disponibili a dare una mano sia a Roma che all'Ars», ha detto ieri invece Davide Faraone da Palermo, «se invece il tema è galleggiare e chiedere di aprire il rubinetto senza cambiare nulla, noi non ci stiamo».