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24/12/2019 06:00:00

Messina Denaro e gli altri. Chi sono i latitanti italiani più pericolosi

 Non solo Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss di cosa nostra. Sono diversi i super latitanti di massima pericolosità ricercati in Italia e all’estero. Dai boss di mafia, a quelli di camorra, un elenco che viene aggiornato periodicamente per delle vere e proprie cacce all’uomo, fatte con lo studio di tracce, anche minime, per avere indizi su dove si trovino.

Matteo Messina Denaro è il latitante più famoso e più ricercato in Italia.
Invisibile dal 1993, l’ultimo boss della vecchia guardia di Cosa nostra. Il capomafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani, è l’ultimo super latitante. Ha alle spalle diversi omicidi, ed è stato tra i protagonisti della stagione stragista di cosa nostra agli inizi degli anni novanta.
Ha partecipato alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, è stato nel gruppo di fuoco degli attentati in Italia, è l’ultimo detentore dei segreti di cosa nostra, dei rapporti con pezzi deviati dello Stato, di quella buia stagione italiana.

Di lui non si hanno più tracce dal giugno di 26 anni fa. La caccia a Messina Denaro si fa più fitta dopo l’arresto di Bernardo Provenzano, nel 2006, e dei boss Lo Piccolo. Figlio d’arte, suo padre Francesco era uomo di fiducia dei corleonesi guidati da Totò Riina in provincia di Trapani. Il suo identikit si aggiorna di continuo, ma di lui non c’è traccia. E’ come un fantasma, e periodicamente scattano blitz nei confronti dei suoi fiancheggiatori, dei suoi postini, di persone che avrebbero avuto a che fare con lui. Ma lui, Matteo, u sicco, Diabolik, è come un fantasma.

Non c’è solo Matteo Messina Denaro. Nell’elenco dei 5 latitanti più pericolosi in Italia ci sono altri esponenti della criminalità organizzata.
L’elenco dei latitanti più pericolosi viene aggiornato periodicamente dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale. L’ultimo aggiornamento risale al 12 novembre 2019. Tutti i latitanti italiani fanno parte del “Programma Speciale di Ricerca” gestito dal Giirl, il Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti italiani più pericolosi. Il gruppo di lavoro che seleziona i soggetti da inserire nell’elenco è stato istituito nel 1994, subito dopo l’arresto di Totò Riina, ed è costituito da uomini appartenenti a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Servizi antidroga, Dia e servizi segreti. I criteri per valutare la massima pericolosità di un latitante sono essenzialmente tre: la durata della latitanza, la gravità dei reati commessi e l’appartenenza ad un’organizzazione criminale.
Le ricerche sui latitanti di un certo spessore sono estese anche oltre i confini nazionali.

Oltre Matteo Messina denaro ci sono altri latitanti inseriti nel programma di ricerca.
Nella lista c’è anche il criminale della ‘ndrangheta Rocco Morabito, che deve scontare 30 anni di carcere. Arrestato in Uruguay il 3 settembre 2017. Ma, nell’attesa di essere estradato in Italia, è evaso il 24 giugno 2019.
Attilio Cubeddu , nato ad Arzana in provincia di Nuoro il 2 marzo 1947. Lo storico esponente dell’Anonima Sequestri sarda, è ricercato dal 1997 dopo non aver fatto rientro, al termine di un permesso nella Casa Circondariale di Badu è Carros (Nuoro), dove era detenuto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime.

Giovanni Motisi, nato il primo gennaio 1959 a Palermo, è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Deve scontare la pena dell’ergastolo. Il dieci dicembre 1999 sono state diramate le ricerche. E’ stato il killer di fiducia di Totò Riina, secondo un collaboratore di giustizia presente anche quando si parlò per la prima volta di ammazzare il generale Dalla Chiesa. Nella lista è stato inserito da poco anche il boss della camorra Renato Cinquegranella. È nato a Napoli nel 1949 ed è ricercato dal 6 ottobre 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Il 7 dicembre 2008 scattano le ricerche in ambito internazionale.