L’assessore regionale all’istruzione e alla formazione professionale, Roberto Lagalla, e l’assessore regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, Antonio Scavone, hanno congiuntamente firmato il decreto per la certificazione delle competenze che porta la Sicilia ad essere tra le prime regioni italiane ad avere ottemperato agli indirizzi europei in materia di riconoscimento di apprendimenti formali, non formali e informali.
In pratica, il decreto, oltre a confermare le modalità di conseguimento di titoli maturati a seguito di un percorso scolastico, universitario o di formazione professionale, riconosce la certificabilità delle cosiddette esperienze non formali e informali: si tratta, nel primo caso, di esperienze maturate nell’ambito di organismi di volontariato, del servizio civile nazionale, del privato sociale e dell’impresa; nel secondo caso, quello dell’apprendimento informale, si fa invece riferimento alle conoscenze acquisite in altri contesti lavorativi o di vita quotidiana. Il bagaglio di competenze così raggiunte potrà essere tradotto in un formale e riconosciuto titolo di studio, a seguito di un processo di validazione, al quale potrà seguire uno specifico periodo di formazione tecnica ovvero l’accesso diretto all’esame finale per il rilascio della qualifica coerente con l’esperienza posseduta.
La possibilità di equiparazione formale di differenti percorsi individuali va incontro alle previsioni della cosiddetta “società della conoscenza” e rappresenta una straordinaria opportunità per quanti non abbiano potuto completare i tradizionali percorsi scolastici o formativi.
«L'esperienza sul campo – spiega l'assessore regionale del Lavoro, Antonio Scavone - permetterà il rilascio delle qualifiche professionali previste dal repertorio regionale. La Sicilia dunque sul tema si allinea alle più avanzate regioni italiane, consentendo il riconoscimento delle qualifiche professionali sulla base dell'esperienza maturata. Saranno i Centri per l'impiego o le Agenzie per il lavoro ad individuare e valutare il percorso lavorativo dei soggetti che ne faranno richiesta, accertando le competenze maturate, e successivamente ad accompagnare il soggetto verso l'acquisizione della qualifica attraverso un esame finale, da effettuare presso un ente di formazione».
«Il provvedimento risponde alle esigenze di giovani e adulti che intendano valorizzare le competenze acquisite attraverso diversi percorsi esperienziali – dichiara Roberto Lagalla – e conseguire, sulla base di un iter condiviso tra validazione dell’attività svolta ed integrazione formativa, una qualifica professionale che permetta loro di riqualificarsi, collocandoli nel mercato del lavoro o, magari, proseguendo nell’ulteriore approfondimento formativo delle abilità riconosciute. Coerentemente con gli obiettivi fissati dal governo Musumeci in materia di nuova occupazione e di innalzamento del livello delle competenze, l’applicazione del decreto, che ripartisce specifici adempimenti tra l’Assessorato al lavoro e quello alla formazione professionale, si propone come un innovativo modello formativo e rappresenta un possibile volano per l’occupazione attraverso il dinamico collegamento tra esperienza individuale, percorsi di istruzione e politiche attive del lavoro, nel segno dei più avanzati processi di cambiamento voluti dall’Unione Europea».