Il 2019 si chiude con una notizia clamorosa per la politica italiana.
Parliamo addirittura delle dimissioni di un ministro, quello dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, confermate da Palazzo Chigi poco dopo le 23. Fioramonti ha già consegnato la lettera al premier Conte.
I rumor delle dimissioni del responsabile dell’Istruzione duravano da giorni ed erano legati all’approvazione della manovra, con il mancato stanziamento dei fondi attesi per l’Istruzione, che nei desiderata di Fioramonti dovevano essere di circa 3 miliardi. D’altra parte il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervistato da Repubblica, aveva ammesso: “Abbiamo inserito circa due miliardi aggiuntivi per scuola, università e ricerca. Avrei voluto destinare ancora più risorse a questi settori fondamentali. L’impegno è per la prossima manovra”.
Secondo quanto riferiscono diverse fonti di maggioranza, Fioramonti potrebbe lasciare M5s per fondare un gruppo parlamentare autonomo ma 'filogovernativo', come embrione di un nuovo soggetto politico.
A metà dicembre a Trieste, il ministro, esponente del M5S, aveva manifestato apertamente il suo malcontento: «La scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi che io ho individuato, non sono la sufficienza» ma rappresentano «la linea di galleggiamento». Tredici giorni dopo quella affermazione, e 48 ore dopo la definitiva approvazione della legge di Bilancio con voto di fiducia, Fioramonti ha tirato le sue conclusioni.