I fondi europei in Sicilia non vengono spesi adeguatamente. Ci sono più di 4 miliardi di euro disponibili, ma al momento ne è stato speso solo un quarto. Resta solo un anno per impegnare e rendicontare tutti i fondi. E il fanalino di coda è l'Assessorato alle Attività Produttive. E pensare che sono soldi che potrebbero aiutare la Sicilia ad uscire dalla recessione.
"È un piatto agrodolce", commenta però al Tgr Alessandro Albanese, leader regionale di Sicindustria, guardando al Fondo di sviluppo regionale (Fesr), che si rivolge alle imprese. Il più ricco, con un miliardo e 200 milioni certificati. Due i punti critici. Da un lato, gli oltre 400 milioni di euro destinati a ricerca e innovazione, bloccati. Dall'altro, le conseguenze del criterio di assegnazione scelto dalla precedente giunta: il contestatissimo click day. " Così non c'è nessuna strategia", denuncia Albanese. Una critica comune anche per altre linee di finanziamento: la mancanza di priorità che guidino le graduatorie. Risultato: risorse a pioggia a tante attività ma col rischio che non ci sia poi un vero impatto su tutta l'economia. Ci sono case vacanze ristrutturate con fondi Ue, b&b, farmacie, mentre restano fuori progetti di ricerca.
Per quanto riguarda il Fondo di sviluppo rurale, per l'agricoltura, sono stati spesi in tutto 870 milioni di euro ma i ritardi sui finanziamenti sono stati tanti così come i problemi sul bando per i giovani. "Non c'è alcuna pianificazione", commenta Andrea Passanisi, presidente di Coldiretti Catania mentre Rosa Giovanna Castagna, presidente della Cia, dice "è positivo che si sia speso tutto il possibile, ma sugli investimenti le cose saranno più difficili".
Per quanto concerne il Fondo sociale europeo (Fse) - che si occupa di istruzione e formazione professionale - il target da raggiungere era di 188,7 milioni di euro. Lo si è superato facendo arrivare così la spesa complessiva, dall'avvio del Programma, a 191,3 milioni (di cui oltre 166 milioni realizzata nel biennio 2018-2019). Fra questi anche quaranta milioni di euro destinati all'edilizia scolastica.
Anche nel Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ampiamente raggiunto il target - fissato a livello centrale, trattandosi di un Programma nazionale - con 9,4 milioni di euro certificati. Risorse che sono servite, principalmente, per la promozione dell'innovazione del capitale umano, la diversificazione del reddito, il miglioramento delle condizioni di sicurezza a bordo, oltre alla riduzione dell'emissione di sostanze inquinanti con la sostituzione o l'ammodernamento dei motori. E ancora, il potenziamento delle infrastrutture dei porti di pesca, l'innovazione nel settore dell'acquacoltura, l'attivazione e la gestione dello strumento di sviluppo locale per la commercializzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura e il supporto al settore della trasformazione.