È stata depositata alla Camera la proposta di legge elettorale su cui ora lavorerà la commissione Affari costituzionali. È un testo di dieci pagine composto da tre soli articoli. Il sistema, chiamato Germanicum, prevede 391 seggi assegnati con metodo proporzionale, una soglia di sbarramento del 5 per cento, con un meccanismo che permette il diritto di tribuna (ovvero il partito che non supera la soglia del 5% su scala nazionale ma la raggiunge in tre circoscrizioni di due Regioni ottiene comunque dei seggi). La proposta cancella i collegi uninominali del Rosatellum, mentre salva i 63 collegi proporzionali e le 28 circoscrizioni. Il testo non affronta la questione della lunghezza delle liste, della possibilità di prevedere listini corti e bloccati o di reintrodurre le preferenze. Tutti nodi che saranno affrontati durante l’iter parlamentare della riforma.
«Mercoledì in commissione la maggioranza non aveva ottenuto l’unanimità perché Leu ha detto no. C’è poi la netta contrarietà della Lega che punta a un maggioritario puro e ha proposto un referendum costituzionale per ottenerlo. Su questo la decisione è attesa per il 15 gennaio» scrive Repubblica.
Stop al referendum sul taglio dei parlamentari
Quattro senatori di Forza Italia dell’area vicina a Mara Carfagna ci hanno ripensato e hanno ritirato le loro firme alla richiesta di referendum costituzionale abrogativo della legge che taglia il numero dei parlamentari. Ai quattro, Dal Mas, Mallegni, Stabile e Masini, si sono poi aggiunti otto senatori, tra cui alcuni ex M5S. Così è stato rinviato il deposito in Cassazione delle 64 firme necessarie. I promotori della raccolta stavano chiudendo il verbale quando il forzista Massimo Mallegni ha bloccato l’operazione. Negli ultimi giorni gli organizzatori erano arrivati a quota 66 firme. E anche diversi senatori del Pd che hanno già firmato ci starebbero ripensando, dopo l’intesa col M5s sulla legge elettorale. Pro referendum la Lega di Salvini che si dice pronta a trovare tra i suoi senatori le firme mancanti: «Io ritengo che quando i cittadini si possono esprimere è sempre meglio, io farei i referendum su tutto, come in Svizzera ogni mese» Domenica scade il termine per il deposito in Cassazione.
Se sarà raggiunto il numero delle firme necessarie, il referendum costituzionale dovrebbe tenersi in primavera. Ed è da molti considerato un possibile incentivo al voto anticipato. In caso di scioglimento delle Camere si tornerebbe infatti alle urne con l’attuale numero dei seggi. Quindi una più alta probabilità di essere rieletti.
Il M5s perde altri due parlamentari
Altri due parlamentari hanno abbandonato il M5s. Sono i deputati Massimiliano De Toma, 33 anni, e Rachele Silvestri, 54 anni, entrambi membri della commissione Attività produttive. Ieri hanno comunicato alla presidenza della Camera il passaggio al Gruppo misto. I due seguiranno Lorenzo Fioramonti nel suo nuovo progetto politico Eco. Un altro parlamentare pronto a cambiare casacca, Roberto Rossini, è stato convinto in extremis a restare. Dopo queste ultime due defezioni, il numero di deputati grillini scende a 211. A Palazzo Madama un gruppo di senatori ha preparato un documento in cui chiede di abolire la figura del capo politico, di sottrarre la piattaforma Rousseau al controllo di Casaleggio per destinarla a un gruppo di garanti e di lasciare a Beppe Grillo l’incarico di presidente e non più di garante del Movimento.
Luigi Di Maio sembra quindi essere davvero vicino all’addio. Secondo quanto scrive Luca de Carolis sul Fatto potrebbe lasciare l’incarico prima delle elezioni 26 gennaio in Emilia-Romagna. Il passo indietro dovrebbe avvenire attorno al 20-21 di questo mese, appena saranno eletti i nuovi facilitatori regionali del Movimento.