Silvana Saguto sta seduta impassibile, nella sua sedia, mentre ascolta il Pm Bonaccorso nella requisitoria finale del processo che la vede imputata per il “sistema” sulla gestione dei beni confiscati alla mafia.
Il sistema “Saguto”, quello che ha visto come perno centrale di un'indagine che ha sconvolto l'antimafia, proprio l'ex presidente della sezione misure prevenzione del Tribunale di Palermo.
Un processo alle battute finali, ma che potrebbe non essere l'unico e quello conclusivo di questa vicenda, come ha annunciato ad inizio di requisitoria il Pm. “Ci sarà un altro processo”, ha detto in aula Bonaccorso annunciando la richiesta di trasmissione degli atti per diversi testimoni che avrebbero dichiarato il falso nel corso delle udienze. Un altro processo, ma Silvana Saguto è inamovibile. E' certa della propria estraneità a quel “sistema” che vedrebbe lei al centro di quello che il Pm ha definito “un ufficio di collocamento”.
L'accusa è quella dello scambio di favori tra la Saguto e professionisti a lei vicini per incarichi nelle amministrazioni giudiziarie di beni confiscati. Saguto durante l'ultima udienza ha reso dichiarazioni spontanee esibendo l'agendina blu piena di biglietti da visita dei professionisti ai quali sono stati affidati gli incarichi. “La esibisco perchè sono innocente”, ma non è stata depositata gli atti.