Cinque giorni di audizioni, per capire gli sviluppi del nuovo asse criminale fra la Sicilia e gli Stati Uniti. C'è un nuovo accordo e rapporti criminali sempre più intensi tra Palermo e New York ma c'è anche la volontà di ricostituire quei legami forti come quelli del passato, degli negli anni ‘50, ‘60 e ‘70.
L'allarme lo lancia il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, che è stato 5 giorni tra New York e Washington con una delegazione di deputati, senatori e consulenti.
"Abbiamo fatto il punto negli Stani Uniti - afferma Morra - su quanto emerge dall’attività delle cinque famiglie di New York per capire i livelli di interazione e integrazione fra la Cosa nostra che un tempo dettava legge nello scenario americano, l’Ndrangheta che arriva dal Canada e altre mafie straniere”.
Gli “scappati” di un tempo, gli Inzerillo, erano “re” del narcotraffico negli anni Settanta. Oggi si scopre dall'ultima inchiesta della Procura palermitana che i soldi viaggiavano dagli Stati Uniti verso la Sicilia in modo virtuale, attraverso carte di credito ricaricabili. Erano pagamenti per partite di droga? O capitali per nuovi investimenti? Di sicuro, le intercettazioni hanno rilevato uno stretto rinnovato legame fra la famiglia Gambino di New York e gli Inzerillo di Palermo.
Dice ancora “Siamo di fronte a una mafia capace di ingenerare dinamiche transnazionali - continua Morra -. Questa mafia dobbiamo fronteggiare nel modo più adeguato”. Ed ecco perché le audizioni americane della commissione parlamentare antimafia sono state con interlocutori al massimo livello.