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31/01/2020 02:00:00

In Sicilia 2462 casi di ingiusta detenzione. Per il risarcimento pagati 93 milioni

Secondo il Dipartimento del Tesoro del ministero Economia e Finanze (Mef), dal 2005 al 2018 nella sola Sicilia si sono registrati 2.462 casi di ingiusta detenzione, per risarcire i quali lo Stato ha dovuto sborsare 93 milioni di euro. 

Nel corso della Relazione alle Camere sull’amministrazione della Giustizia, Bonafede è tornato sul tema, spiegando che “L’Ispettorato Generale ha provveduto all’acquisizione dei dati di flusso relativi ai procedimenti iscritti nell’ultimo triennio (2016-2018) presso le Corti d’Appello, che permettono di valutare analiticamente l’incidenza delle domande indennitarie su base distrettuale, oltre che nazionale e aggregata per macroaree omogenee. È la prima volta che il ministero della Giustizia predispone, in modo strutturale, un simile capillare monitoraggio sulle ingiuste detenzioni”.

Bonafede ha poi annunciato un piano di investimenti nel settore giudiziario che sfiorerà solo per il 2020 i nove miliardi di euro.
Una buona notizia, certamente. Ma una seria riforma della Giustizia che superi le tante storture del sistema non può basarsi solo sulle risorse, certo indispensabili, ma deve camminare soprattutto su idee e soluzioni.

Quella proposta dall’attuale Guardiasigilli, tra l’altro, non riesce ancora a vedere la luce, anzi risulta impantanata ormai da mesi. Tra i principali nodi da sciogliere vi è quello della prescrizione. Lo stesso Bonafede, nel corso della presentazione della Relazione alle Camere, ha confermato la persistenza sulla riforma del processo penale e della prescrizione di “divergenze all’interno della maggioranza su cui ci stiamo confrontando.