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04/02/2020 08:28:00

Assolto dall’accusa di usura, dissequestrati beni per tre milioni e 400 mila euro a Bianco

 Francesco Bianco, 76 anni, ex gommista di contrada Berbarello, a Marsala, negli anni ’90 arrestato per mafia, ma poi, assolto, è ritornato in possesso dei beni che per usura gli erano stati sequestrati alla fine del 2015 da carabinieri e Guardia di finanza.

A disporre il dissequestro, a seguito dell’assoluzione definitiva dall’accusa di usura, è stato lo stesso Tribunale di Trapani, sezione Misure di prevenzione patrimoniale, che aveva disposto il sequestro.

Il valore dei beni sequestrati a Bianco e al suo nucleo familiare è stato stimato in oltre tre milioni e 400 mila euro. Tra i beni sequestrati nel 2015: 35 fabbricati, 16 terreni agricoli, 8 tra autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, nonché 13 conti bancari. Quando scattò il provvedimento, Francesco Bianco, difeso dall’avvocato Paolo Paladino, era sotto processo, davanti il Tribunale di Marsala, in due distinti dibattimenti, per usura e sfruttamento della prostituzione. In primo grado, per usura l’ex gommista fu condannato a tre anni di carcere e 7500 euro di multa, seppur limitatamente a due dei casi di usura contestati dall’accusa: un prestito di 27 mila euro e uno di 4 mila. Era l’aprile 2016. L’assoluzione in appello a fine maggio 2018. L’assoluzione fu, poi, confermata anche in Cassazione. Secondo l’accusa, Bianco, insieme ad un altro, avrebbe prestato, a più riprese, denaro al gestore di un distributore di carburanti (Giuseppe Rallo) ad un tasso di interessi del 15% mensile. Per lo sfruttamento della prostituzione, invece, Bianco è stato condannato. Anche questa sentenza è ormai definitiva. A fine dicembre 2015, il Tribunale di Marsala, nel processo scaturito dall’indagine dei carabinieri sul “Cupid Club” di contrada Berbarello, all’interno del quale, secondo l’accusa, si sarebbero prostituite diverse ragazze, in gran parte dei Paesi dell’Est europeo e nordafricane, condannò Francesco Bianco, proprietario dell’immobile dove era stato aperto il club a “luci rosse”, ad un anno e 10 mesi di carcere. Nel locale, le ragazze, in costumi succinti, si esibivano anche nella lap dance. E a constatare de visu quanto accadeva all’interno del club furono alcuni carabinieri che si finsero clienti. Lo stesso immobile, dopo il sequestro, fu affidato al Comune di Marsala, che lo trasformò in centro di accoglienza per “minori extracomunitari non accompagnati”. Anche questo immobile è stato restituito a Bianco.