Litigano, lui la picchia (30 giorni di prognosi per lei), ma poi l’uomo si pente e chiede scusa in lacrime. E lei lo perdona, tornando a casa e riprendendo la convivenza e la relazione sentimentale, pare con maggiore passione di prima.
Per lui, però, scatta ugualmente prima la misura cautelare dell’allontanamento da casa e poi anche il processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
E’ il caso di una coppia di Campobello di Mazara adesso approdato in Tribunale, a Marsala, perché lui, il 55enne Rocco Indelicato, difeso dall’avvocato Alessandro Casano, nonostante la riappacificazione, è ugualmente finito alla sbarra degli imputato perché lei, G.L.C.D., di 52 anni, dopo essere finita al Pronto soccorso, la sera del 24 luglio 2019, si rivolse ai carabinieri.
“Ma solo perché rivolevo i miei effetti personali rimasti a casa – ha dichiarato davanti al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte – Lui era geloso e si arrabbiava quando mi vedeva con il telefonino in mano. Tentava di strapparmelo dalle mani e mi spintonava. Anche la sera del 24 luglio, dopo cena, tentò di strapparmelo. Io gli diedi un morso e lui ne diede uno a me. Finimmo entrambi sul divano e poi a terra. L’indomani lui si è calmato e mi chiese scusa piangendo. Io sono tornata a casa e lui poi si è comportato sempre molto bene. Lui mi ha detto che è stato un momento di gelosia. Poi, dopo quindici giorni bellissimi, arrivarono i carabinieri per notificare la misura cautelare”. Ma per il periodo precedente, nella richiesta di misura cautelare, il sostituto procuratore Marina Filingeri scrive di “reiterate aggressioni fisiche”, con “schiaffi, pugni e morsi”, conseguenze di una “gelosia ossessiva”. Ma per quanto riguarda la sera del 24 luglio, quando si registrò l’episodio più grave, nello stesso atto non si parla di gelosia come motivo scatenante della lite. Ma di una discussione, sfociata in aggressione fisica, nata per il “grado di cottura di una pietanza” (pare, piselli rimasti un po' crudi…). E quando lei gli avrebbe detto che avrebbe chiamato i carabinieri, lui le avrebbe prima strappato di mano il telefono cellulare e poi l’avrebbe picchiata, provocandole lesioni che i medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano giudicarono guaribili in 30 giorni.