Otto persone sono state condannate, con rito abbreviato, dal gup di Marsala Francesco Parrinello ad oltre 24 anni di carcere, nonché al pagamento di multe per complessivi 85 mila euro, per spaccio di cocaina tra Marsala e Favignana.
Le pene più severe sono state inflitte ai fratelli Vincenzo e Alessio Sparla, rispettivamente di 36 e 33 anni. Per il primo, il gup ha sentenziato cinque anni e 4 mesi di carcere, con 19 mila euro di multa, mentre per il secondo cinque anni e 26 mila euro di multa. Questi gli altri condannati: Giacomo Orto (quattro anni e 8 mesi, con 18 mila euro di multa, Ignazio Mannone (quattro anni e 2 mesi, con 17 mila euro di multa), Salvatore Ruben Rizzo (due anni e 3 mila euro di multa), Jessica De Vita (un anno, sei mesi e 20 giorni di reclusione), Vincenzo Cudia (un anno e 1200 euro di multa) e Fabrizio Stabile (otto mesi e 1000 euro di multa). Per Rizzo, De Vita e Cudia la pena è stata dichiarata sospesa. Altre cinque persone coinvolte nella stessa indagine, condotta dalla polizia, sono state rinviate a giudizio. Hanno preferito affrontare il processo con rito ordinario il pregiudicato Nicolò Titone, di 49 anni, Enzo Massimiliano De Vita, di 39, Damiano Francesco Romeo, di 32, Gaetano Zizzo, di 45, e Daniele Crimi, di 38. Quest’ultimo imputato per favoreggiamento. Nicolò Titone, posto agli arresti domiciliari il 10 aprile 2019, ma poi tornato in libertà con obbligo di dimora, è fratello del killer di Cosa Nostra Antonino Titone, ucciso nella guerra di mafia del 1992. A difendere gli imputati sono gli avvocati Luigi Pipitone, Chiara Bonafede, Daniele Angileri, Gianpaolo Agate, Alessandro Carollo, Francesca Frusteri, Gaspare Sammartano, Nicola Gaudino e Stefano e Andrea Pellegrino. Con questa indagine, la polizia ritiene di avere fatto luce su una delle più agguerrite organizzazioni criminali locali dedite allo spaccio di cocaina a Marsala e Favignana. In particolare, è emerso che gli Sparla avevano preso in affitto un’abitazione in piazza Carmine, nel centro storico di Marsala, per adibirla a “centrale di spaccio”. Si è, poi, scoperto che erano “tra i principali approvvigionatori di cocaina sulla piazza di Marsala”.