L’avvocato Peppe Gandolfo, autore della querela che ha fatto finire sotto processo, in Tribunale, il 43enne Gianluca Antonino Rallo (fratello Stefano Rallo, che è stato candidato pentastellato alle comunali e alle regionali), accusato di diffamazione nell’ambito di una polemica interna al M5S di Marsala, è stato messo alle strette, in aula, dalle domande dell’avvocato Vincenzo Forti, che difende l’imputato.
A quest’ultimo - per il quale inizialmente il pm Giuliana Rana aveva chiesto l’archiviazione, non ravvisando gli estremi della diffamazione, ma per il quale poi il Gip ha disposto l’imputazione coatta - si contesta di avere definito “politicante” l’avvocato Giuseppe Gandolfo “nel corso di una discussione pubblicata sulla pagina Facebook ‘Movimento 5 Stelle Marsala’, utilizzando il nick name ‘Sos Marsala’. “Aggiungendo – si legge ancora nelle carte dell’accusa - che ‘se poi si dice che il nonno di Peppe Gandolfo era un mafioso si rischia la denuncia … quindi di cosa stiamo parlando… forse di un avvocato dell’antimafia che fa minacce da mafioso?’, con tali espressioni, comunicando con più persone, offendeva la reputazione di Gandolfo Giuseppe”.
I fatti sono del 26 giugno 2014. Nel processo, Gandolfo è parte civile e ad assisterlo è l’avvocato castelvetranese Franco Messina. Gianluca Rallo faceva parte del gruppo che non gradiva l’ingresso della componente che fa riferimento proprio a Gandolfo e a cui appartiene l’unico eletto in Consiglio comunale, Aldo Rodriquez.
Adesso, in aula, l’avvocato Vincenzo Forti ha chiesto a Gandolfo perché si è sentito offeso dall’uso del termine ‘politicante’ e cosa intende lui per ‘politicante’. La risposta è stata: “Per me, politicante è una persona che ha fatto politica sotto diverse sigle politiche”. A questo punto, Forti ha chiesto: “E’ vero che lei si è candidato o ha militato nel Pd, nei Verdi, Sel, Italia dei Valori, M5S?…”.
La risposta è stata affermativa. Negando, invece, di avere aderito al movimento dell’ex pm Antonio Ingroia. Ma confermando di avere definito i partiti “scatole vuote”. C’è, poi, il capitolo relativo alle contestate ascendenze mafiose. “Lei – ha incalzato l’avvocato Forti – conosce Giuseppe Gandolfo, classe 1893, detto Catineddra?”. La risposta è stata: “No”. Ma il legale di Gianluca Rallo fa notare che sull’affermazione più grave fatta da Rallo, il pm Rana scrisse: “La P.G. procedente comunicava altresì che il nonno materno della persona offesa (Giuseppe Gandolfo, ndr) era fratello della moglie del mafioso GANDOLFO Giuseppe, appartenente ad un’importante cosca marsalese, operante negli anni 1950-60”. Il nonno materno era Giuseppe Bellafiore.
Le polemiche interne al M5S di Marsala scoppiarono alcuni mesi prima delle elezioni amministrative del 2015. La querela fu presentata dopo una infuocata riunione nel corso della quale Gandolfo fu definito “politicante” da Gianluca Rallo per le sue pregresse esperienze politiche. Un’accusa grave nel contesto pentastellato, tanto che Gandolfo decise di abbandonare quella riunione. Non prima, però, di un duro scontro verbale filmato e registrato con un telefonino.