Per “utilizzo fraudolento”, in concorso con ignoti, di carte di credito straniere di “provenienza illecita o comunque falsificata o alterata”, il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte ha condannato quattro persone ad un anno di carcere.
Con queste carte di credito sarebbero stati effettuati pagamenti per diverse migliaia di euro. I condannati sono Vincenzo Messina, di 61 anni, titolare di un negozio di ricambi per auto, Michael Sammartano, di 32, Vincenzo Pocorobba, di 46, rispettivamente legale rappresentante e delegato ad operare in banca della “Terrazzi e Giardini” (attrezzature e arredi per giardini), tutti di Marsala, e Alessio Amoroso, 38 anni, pregiudicato, di Palermo.
A quest’ultimo, l’unico al quale il giudice non ha concesso la sospensione della pena, sono stati contestati dei pagamenti in favore di un commerciante ambulante di capi di abbigliamento di Campobello di Mazara (A.S., di 46 anni) per 12 mila euro.
Il giudice Chiaramonte ha, invece, assolto dalla stessa accusa “per non avere commesso il fatto” (e quindi con formula piena) l’ambulante campobellese A.S., difeso da Giuseppe Pantaleo, e i marsalesi F.S.G., di 39 anni, difeso da Angelo Vita, e B.B., di 70, difeso da Ornella Cialona. “Ho creduto fin da subito alle parole del mio assistito – ha dichiarato l’avvocato Ornella Cialona dopo la lettura della sentenza - e per questo ne ho sostenuto la sua innocenza. Ad alimentare in me questo convincimento la circostanza per cui non si può condannare taluno senza avere delle prove in ordine alla sua responsabilità penale”. I fatti contestati dall’accusa sono relativi al 2013 e ad indagare, coordinata dal pm Antonella Trainito, fu la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, di cui, all’epoca, era responsabile il luogotenente Antonio Lubrano.