Tornano liberi Paolo Franco Arata e Alberto Tinnirello, imputati di corruzione nella vicenda cosiddetta Arata-Nicastri, sulle tangenti nell'eolico in Sicilia. I due erano entrambi agli arresti domiciliari, ma adesso Arata, faccendiere genovese e sedicente responsabile del centrodestra per l'ambiente - ha avuto il divieto di dimora in Sicilia, così come il figlio Francesco Paolo, al quale era stata data la stessa misura pochi giorni fa.
Al funzionario regionale Tinnirello invece è stato imposto il divieto di dimora a Palermo e contestualmente l'obbligo di risiedere in un comune diverso dal capoluogo siciliano, ma sempre nell'Isola. La vicenda delle tangenti all'assessorato regionale all'Energia coinvolge pure Vito Nicastri, imprenditore di Alcamo (Trapani), considerato il «signore del vento» e vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro, il figlio Manlio e l'imprenditore Antonello Barbieri con l'altro funzionario regionale Giacomo Causarano.
I Nicastri hanno già patteggiato la pena (2 anni e 10 mesi il padre e 2 anni il figlio); Barbieri, che era già libero, è imputato con gli Arata e Tinnirello, mentre Causarano viene giudicato da solo in abbreviato.