E' crisi per gli esercizi commerciali della Sicilia ma lo è ancora di più per il comparto agricolo. Tra il 2010 e il 2019 il 14,4% fra allevatori e agricoltori hanno chiuso la propria impresa. E' questa la triste fotografia dello studio Lacalandra di Milano, specializzato in diritto fallimentare e crisi da sovraindebitamento, che ha elaborato dati Unioncamere-InfoCamere.
In Sicilia la maglia nera spetta ad Agrigento, che l'anno scarso aveva poco più di 10mila aziende attive, con un deficit del 22,5% sul 2010. Nello stesso arco di tempo esaminato, seguono Palermo (-19,1%, 9821 imprese nel 2019), Caltanissetta (-16,5%), Trapani (-14,6%), Enna (-12,1%), Catania (-11,8%), Siracusa (-10,4%), Ragusa (-9%,), Messina (-7,3%). Catania e Trapani sono le città con il numero più alto di imprese del settore in Sicilia, che al 2019 si è fermata sotto la quota di 78mila unità. Un aiuto per tutti gli imprenditori che si trovano in crisi economica, sottolinea lo studio legale, «può arrivare dalla legge sul sovraindebitamento che permette a soggetti non fallibili meritevoli di ridurre i debiti in base alle proprie capacità economiche».
Per l'avvocato Pasquale Lacalandra, l'obiettivo dela nomativa «è quello di aiutare anche i piccoli imprenditori a superare momenti particolarmente difficili come una congiuntura del mercato negativa non prevedibile. I numeri, però, confermano come questa procedura sia ancora poco utilizzata».