Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/02/2020 08:35:00

Il coronavirus in Italia: aggiornamenti, domande e risposte

 Sono oltre 150 le persone positive al coronavirus in Italia. Cinque le Regioni coinvolte, la più colpita è la Lombardia, seguita dal Veneto (19 casi nel solo focolaio di Vo’ Euganeo), vengono poi Emilia Romagna, Piemonte e Lazio (due persone, i coniugi cinesi da 25 giorni in isolamento e in cura allo Spallanzani, vedi sotto).

Questo rende l’Italia di gran lunga il paese europeo col maggior numero di contagiati (il secondo più colpito è la Germania con 16 casi). I morti accertati sono tre, tutti in cattive condizioni di salute prima di contrarre il virus: Adriano Trevisan, di anni 78, che abitava a Vo’ Euganeo (Padova), una donna di anni 77 trovata senza vita in casa in Lombardia (aveva il coronavirus ma anche altre malattie che potrebbero averne causato la morte) e da ultimo Angela Denti Tarzia, una vedova di Trescore Cremasco, in provincia di Crema, 68 anni, tre figli maschi, già malata di tumore. I figli credono che sia stata contagiata in ospedale.

«All'ospedale di Cremona è in vigore già da venerdì un doppio triage con un canale separato per i pazienti con sintomatologia da coronavirus ma i casi che lambiscono il Comune e l'intera provincia di Cremona vanno aumentando. Il bilancio dei contagi - provvisorio - parla di 16 casi, come ha detto l'assessore regionale al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. Tra questi, anche il caso di un 32enne di Bonemerse rientrato dalla Cina accusando sintomi influenzali» scrive il Messaggero.

Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha fatto sapere che sono stati effettuati circa tremila test e che 26 persone si trovano attualmente ricoverate in terapia intensiva. È quasi il 20% del totale degli infettati.

Si cerca ancora di capire chi sia il paziente zero, chi sia stato a portare il coronavirus in Italia. Si pensava fosse il manager di 41 anni tornato di recente dalla Cina. Era sospettato di aver contagiato Mattia, il trentottenne che vive a Codogno ed è stato il primo caso di nuovo coronavirus diagnosticato in Italia. Ma l’Istituto Superiore di Sanità ha fatto sapere che il manager è risultato negativo a tutti i test, e dunque non ha mai contratto il coronavirus. Le autorità sanitarie della Lombardia hanno anche spiegato che per quanto se ne sa in questo momento il focolaio in provincia di Lodi non è collegato in alcun modo a quello del Veneto.


Perché proprio in Italia tanti casi di Covid-2019? Anche in altre nazioni europee ci sono stati casi ma non un contagio così esteso.

«Non è affatto detto che in altri Paesi non possa capitare la stessa cosa» risponde Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive III dell’Ospedale Sacco di Milano. «Da noi si è verificata la situazione più sfortunata possibile, cioè l’innescarsi di un’epidemia nel contesto di un ospedale, come accadde per la Mers a Seul nel 2015. Purtroppo, in questi casi, un ospedale si può trasformare in uno spaventoso amplificatore del contagio se la malattia viene portata da un paziente per il quale non appare un rischio correlato: il contatto con altri pazienti con la medesima patologia oppure la provenienza da un Paese significativamente interessato dall’infezione. Chi è andato all’ospedale di Codogno non era stato in Cina e, fra l’altro, la persona proveniente da Shanghai che a posteriori si era ipotizzato potesse averla contagiata è stato appurato non aver contratto l’infezione. Non sappiamo quindi ancora chi ha portato nell’area di Codogno il coronavirus, però il primo caso clinicamente impegnativo di Covid-19 è stato trattato senza le precauzioni del caso perché interpretato come altra patologia».

Che cosa è accaduto dopo l’entrata del virus nell’ospedale di Codogno?

«L’epidemia ospedaliera implica una serie di casi secondari e terziari, e forse anche quaternari. Dobbiamo capire ora bene come si è diffusa l’infezione e come si diffonderà. Che poi la trasmissione sia avvenuta inizialmente davvero in un bar o in un altro luogo andrà verificato quando avremo a disposizione una catena epidemiologica corretta. Quello che si può dire di sicuro è che queste infezioni sono veicolate più facilmente nei locali chiusi e per contatti relativamente ravvicinati, sotto i due metri di distanza».

In che modo si può pensare sia penetrato il virus in Italia: quali strade ha percorso?

«È verosimile che qualcuno, arrivato in una fase ancora di incubazione, abbia sviluppato l’infezione quando era già nel nostro Paese con un quadro clinico senza sintomi o con sintomi molto lievi, che gli hanno consentito di condurre la sua vita più o meno normalmente e ha così potuto infettare del tutto inconsapevolmente una serie di persone. Se l’avessimo fermato alla frontiera avremmo anche potuto non renderci conto della sua situazione. D’altro canto in Francia un cittadino britannico proveniente da Singapore ha infettato diverse persone pur arrivando da una zona non considerata ad alto rischio».

Perché tutti questi casi proprio in Lombardia e in Veneto e non altrove?

«Probabilmente perché Lombardia e Veneto sono le regioni in cui sono più intensi gli scambi con la Cina per ragioni economiche e commerciali, e in cui c’è inoltre un’importante presenza di cittadini cinesi. Non è detto che il primo a portare il virus in Italia sia stato un cinese, potrebbe essere stato anche un uomo d’affari italiano di ritorno da quel Paese».

Possiamo aspettarci che con l’arrivo della stagione calda i casi diminuiscano?
«Mi auguro di sì ma per un virus nuovo non ci possono essere certezze»

Sabato sera il Consiglio dei ministri ha annunciato un decreto d’urgenza che stabilisce il divieto di entrare e uscire da 11 comuni frequentati dalla maggior parte dei contagiati. Dieci si trovano in Lombardia – Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano – e uno in Veneto: Vo’ Euganeo, il paese in provincia di Padova, dove abitava l’uomo di 78 anni morto venerdì sera. Cinquecento tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza presidiano 24 ore al giorno i 35 varchi di accesso alla zona rossa del lodigiano e gli 8 varchi da cui si entra nel territorio di Vo’ Euganeo. Vietato entrare o uscire, tranne a chi deve fornire farmaci e generi alimentari. Il decreto stanzia altri 20 milioni (dopo i 5 iniziali) e dà anche maggiori poteri ai ministri competenti per bloccare alcuni eventi nelle zone vicine ai focolai. «L'Italia è il paese europeo con più diagnosi perché è quello che ha effettuato più tamponi, oltre quattro mila» ha detto ieri il primo ministro Conte, che s’è detto sorpreso dall’aumento dei contagi.

Salvini: «Non è possibile avere un presidente che si dice sorpreso dall'aumento dei contagi, non può essere sorpreso, può esserlo il passante che passeggia a Roma. Qualcuno finora ha dormito». Il leader leghista dice di voler «chiedere il conto», cioè le dimissioni, a chi ha sottovalutato il caso. La Lega ricorda come vennero prese, poche settimane fa, le proposte dei governatori del Nord (Zaia, Fontana, Fedriga) di arrivare a misure più stringenti.

Conte dice di aver cercato Salvini 15 volte, la il capo leghista non ha mai risposto. Conte: «Posso mostrare le telefonate sul cellulare».

La Meloni, intervistata dalla Stampa: «Troppe cose non tornano. I cinesi hanno isolato 90 milioni di persone e noi all'inizio abbiamo trattato il virus come una forte influenza. Le due cose non vanno d'accordo anche per questo abbiamo chiesto dall'inizio di mettere in quarantena tutti coloro che venivano dalla Cina. È possibile lavorare insieme ma non si inventino scuse per fare altre cose. Affrontiamo l'emergenza e punto. Nemmeno il coronavirus potrà convincermi a fare un governo con Conte, Renzi, Zingaretti e Di Maio. Ogni energia dedicata alle polemiche è energia tolta all'emergenza. Passata la quale, valuteremo il lavoro che è stato fatto. Voglio sommessamente far notare, però, che anche in questo caso l'Unione europea non esiste. Non c'è un protocollo sanitario comune, procederemo in ordine sparso e saremo indifesi con le frontiere aperte. Noi con un protocollo, gli altri con un altro, secondo Conte meno rigido. Ancora una volta, nel momento cruciale, sorge spontanea la domanda: ma a che serve questa Europa se non ha una linea comune neppure difronte a un'emergenza come questa?»

Asili, scuole di ogni ordine e grado e università rimarranno chiusi una settimana, in via cautelativa, in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. A Roma sono stati sospesi i concorsi.

Il ministero dell’Istruzione ha sospeso tutte le gite scolastiche in Italia e all’estero.

In Veneto tutte le manifestazioni pubbliche sono state bloccate. Stop anche al Carnevale di Venezia. Annullate dal governo le manifestazioni sportive in Lombardia, Veneto e Piemonte, comprese quattro partite di Serie A.

«Per una settimana Torino torna la città-fabbrica dove ci si sposta solo per lavorare. Come negli anni Settanta. Effetto vintage del virus venuto dalla Cina. Chiuse le scuole, i cinema, le palestre e anche i musei. I punti di attrazione turistica su cui la nuova città punta da decenni per crearsi un’alternativa al vecchio modello fordista entrano in quarantena. Chiuso il museo Egizio, quello del Cinema, la Reggia di Venaria. Funzionano solo i luoghi di lavoro. Unica concessione alla modernità il diffondersi del telelavoro “per i dipendenti che abbiano soggiornato nelle località a rischio”. Misura che tutte le grandi aziende, a partire da Fca, utilizzano per evitare il contagio. Almeno negli uffici. Poi ci sono casi più drammatici. Come quello di Italdesign, la società che fu di Giorgetto Giugiaro ora acquistata dal gruppo Volkswagen, dove lavora uno dei tre torinesi che hanno contratto il coronavirus. Italdesign annuncia di “sospendere l’attività in via precauzionale" mentre “cerchiamo di identificare tutte le persone che sono entrate in contatto con il collega nei giorni scorsi”. Da oggi Torino è una città bloccata. Resistono i centri commerciali e i negozi. Ma chi non va a scuola non potrà certo andare al cinema o a visitare un museo. Quasi inevitabile rimanere a casa. Nemmeno l’ospedale è un luogo sicuro» scrive Repubblica. 


«Due passeggere tedesche che starnutiscono in modo un po' più accentuato, e l'Eurocity che arriva da Venezia diretto a Monaco, si ritrova bloccato al valico del Brennero. L'Austria decide di chiudere improvvisamente le frontiere, in maniera unilaterale e senza avvertire il governo italiano, e lo fa per timore di una diffusione del coronavirus. Il risultato è che tutta quella tratta ferroviaria viene bloccata e parte una trattativa strenue con il nostro paese, che si risolverà solo in tarda serata. Nel frattempo due treni, uno in entrata e l'altro in uscita, con il carico di passeggeri, vengono trattenuti in attesa di una soluzione. Controllati a vista, quelli provenienti dal Veneto, almeno finché, nella serata, non arrivano i risultati dei tamponi effettuati alle due turiste tedesche, che risultano negative al virus» scrive il Messaggero. 

La Scala ha rinviato «tutte le rappresentazioni a titolo cautelativo in attesa di disposizioni». Chiusa anche la Pinacoteca di Brera e il Duomo di Milano. Da ieri sera la diocesi milanese ha sospeso tutte le messe. «Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno adottato misure omogenee che sanno tanto di coprifuoco: se già la conferenza dei rettori sabato aveva annunciato la sospensione delle attività didattiche, degli esami e delle lauree in tutte gli atenei del Nord, ieri si è aggiunta la chiusura - per 7 giorni prorogabili a 14 - delle scuole di ogni ordine, a partire dalle scuole dell'infanzia, comprese le Agenzie formative. Misura che si aggiunge alla sospensione delle gite, dei viaggi di istruzione all'estero e dalle uscite didattiche annunciata già sabato sera dal Consiglio dei ministri. Sospesi tutti gli eventi e le manifestazioni di ogni genere, all'aperto e al chiuso, che prevedano l'assembramento di persone, in primis il Carnevale di Venezia, che ogni anno richiama turisti da tutto il mondo con un indotto importante per la città lagunare, già duramente provata dall'acqua alta. Disposizioni simili sono in vigore in Veneto, Piemonte e Liguria fino al primo marzo. Trenitalia ha disposto l'installazione a bordo dei treni di dispenser di disinfettante per mani, la consegna al personale di equipaggiamento protettivo, il potenziamento della sanificazione. In Lombardia scatta anche il coprifuoco dalle 18 alle 6 per tutti i luoghi aggregativi di massa: chiusi cinema, teatri, discoteche e pub, con l'esclusione dei ristoranti. Attenzione il prossimo week end saranno chiusi i centri commerciali, ma non i supermercati. Inizierà questa mattina la sistemazione dell'ospedale militare di Baggio a Milano dove potrebbero essere trasportate le persone che devono essere messe in isolamento per consentire il monitoraggio dell'evoluzione del contagio, mentre la struttura di Piacenza, ovvero san Damiano, sarebbe praticamente pronta».

I sindaci dei sei comuni di Ischia ieri hanno firmato un’ordinanda che vieta lo sbarco sull’isola ai residenti di Lombardia e Veneto, ai cittadini cinesi provenienti dalle aree dell’epidemia e a chi vi abbia soggiornato negli ultimi 14 giorni. Poche ore dopo il prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha annullato l’ordinanza sottolineandone i «profili di incostituzionalità».

È stato annullato e spostato all’estate il salone più importante al mondo dell’industria dell’occhialeria, il Mido, in programma alla Fiera di Milano da sabato a lunedì 2 marzo. I maggiori uffici pubblici di Milano, come il Tribunale e il Comune, lasciano a casa i dipendenti delle zone sotto osservazione. I colossi energetici di San Donato Milanese (fra Milano e Lodi), cioè Eni, Snam e Saipem, ma anche l’Enel e la Vodafone, hanno invitato i dipendenti a lavorare da casa.

La Ocean Viking, nave di Sos Méditerranée e Medici senza frontiere, ha sbarcato a Pozzallo i 272 migranti che aveva soccorso nel Mediterraneo in tre distinti interventi tra il 18 e il 19 febbraio. I 272, 208 adulti e 64 minori, sono stati sottoposti ai test per il coronavirus e sono risultati tutti negativi. Rimarranno comunque in quarantena nell’hotspot di Pozzallo. L’equipaggio resterà isolato a bordo «per tutto il periodo necessario», ha spiegato il ministero dell’Interno.

Venticinque giorni dopo il ricovero d’urgenza, l’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani ha fatto sapere che l’uomo cinese di 66 anni «si è negativizzato»: è uscito dalla terapia intensiva, mangia da solo, seduto, ha iniziato la riabilitazione e non ha più segni del virus. La moglie, un anno più giovane, resta nel reparto di Rianimazione perché ha complicazioni proprie, ma non ha più bisogno dei tubi per respirare. Sabato mattina, non visto neppure dal personale, ha lasciato lo Spallanzani il ricercatore ventinovenne di Luzzara, residente in California: è guarito anche lui. Resta ricoverato Niccolò, il diciassettenne di Grado, rientrato da Wuhan febbricitante ma negativo.
 
Le altre notizie sul coronavirus

Il bilancio mondiale del coronavirus è al momento di 2.461 morti, secondo la mappa online della Johns Hopkins University. I casi confermati di contagio sono 78.766.  Sono 23.133 le persone guarite. In Cina il bilancio è di 2.442 vittime.

A oggi il Paese più colpito dopo la Cina è la Corea del Sud, dove si contano cinque morti e oltre 550 infettati. Tra gli ultimi casi, una novantina sono legati a una setta religiosa di Daegu, nel sudest del Paese. Si teme che il bilancio delle vittime possa peggiorare perché oltre mille persone hanno frequentato la chiesa al centro del nuovo focolaio. Ieri il presidente Moo Jae-in ha innalzato l’allerta «al livello più alto».

In Giappone uno dei passeggeri fatti sbarcare dalla Diamond Princess è risultato positivo al coronavirus. Si tratta di una donna di 60 anni che vive nella prefettura di Tochigi, a nord di Tokyo, e ha sviluppato sintomi influenzali dopo essere risultata negativa ai controlli sulla nave lo scorso 14 febbraio. Il ministero della Salute giapponese ha ribadito che i 969 passeggeri risultati sani – e che hanno lasciato la nave tra mercoledì e venerdì – continueranno a essere monitorate.

Dopo aver negato la presenza di casi di coronavirus in Iran, le autorità della Repubblica Islamica hanno ammesso che la Covid-19 ha già fatto almeno otto vittime a Qom, città santa sciita che attrae pellegrini da tutto il Medioriente. Casi di contagio sono stati confermati in diverse città, compresa Teheran, dove sono stati chiusi cinema e teatri. Temendo un’esplosione dell’epidemia, Iraq e Kuwait hanno messo un bando sui viaggi in Iran.

I primi casi di contagio si sono registrati in Libano e in Israele, dove un gruppo di turisti sudcoreani è stato fermato all’aeroporto, dopo che nove di loro sono risultati positivi. Oltre 200 israeliani, sospettati di essere entrati in contatto con la comitiva, sono in quarantena.


Da ieri chi arriva in Israele deve sottoporsi ai controlli medici indicati dal ministero della Sanità. Specie chi è stato in Italia, Australia, Cina e in altri Paesi asiatici colpiti dal coronavirus nelle ultime due settimane e ha avuto febbre sopra i 38 gradi, tosse, difficoltà respiratorie o sintomi analoghi.

Sebbene l’Egitto sia l’unico Paese dell’Africa ad aver un caso confermato di contagio da coronavirus, l’Oms ha già identificato 13 paesi africani a rischio a causa dei collegamenti con la Cina. L’Oms chiede 675 milioni di dollari a sostegno dei programmi di aiuto.

Il Fondo monetario internazionale ha ridotto la stima di crescita mondiale per il 2020: 3,2%, lo 0,1% in meno. La previsione per la Cina è stata portata al 5,6% contro il 6% del mese scorso. Nello scenario principale del Fondo l’impatto del coronavirus sull’economia mondiale «sarebbe relativamente basso e di breve durata», ha detto la direttrice generale Kristalina Georgieva. «Ma guardiamo anche a scenari più preoccupanti in cui la diffusione del virus continua più a lungo e si fa più globale, con conseguenze sulla crescita più durevoli».