Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/02/2020 07:01:00

Sbarco di migranti a Pantelleria. Lo scafista tunisino condannato a cinque anni

Un tunisino di 48 anni, Salah Eddine Khnissi, è stato condannato a 5 anni di carcere e a 100 mila euro di multa dal Tribunale di Marsala per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Lo sbarco contestato al nordafricano (attualmente detenuto a Trapani) è datato 1 ottobre 2018 ed avvenne sulla costa di Pantelleria. Il numero esatto dei migranti sbarcati non è stato possibile accertarlo.

Nel capo d’imputazione si legge “almeno dieci cittadini extracomunitari provenienti dalla Tunisia”. A difendere Khnissi è stato l’avvocato Luisa Calamia.

Lo scorso giugno, nel corso del processo, venne fuori che anche i quattro migranti che dopo lo sbarco avevano deciso di parlare erano stati rimpatriati. Eppure, avrebbero potuto preziosi dettagli sulla traversata, utili anche ad individuare scafisti o coloro che sulla costa tunisina hanno incassato il prezzo del “biglietto” per la traversata del Canale di Sicilia. E per questo rimpatrio non nascose il suo stupore il presidente del collegio giudicante, il giudice Vito Marcello Saladino.

A confermare il rimpatrio dei quattro, conseguenza molto probabilmente del “pugno duro” dell’allora ministro dell’Interno Salvini, fu un investigatore ascoltato nell’aula “Borsellino”, al quale magistrati e avvocato difensore (Luisa Calamia) chiesero lumi sulle “interviste” fatte a quattro migranti.