Su Marinella di Selinunte, “Italia Nostra” scrive come le edificazioni selvagge ed alcune strutture alberghiere, più che maggior turismo, abbiano in realtà impoverito la borgata.
Secondo la delegazione locale, rappresentata dall’ingegnere Pietro Di Gregorio, le aree libere dovrebbero essere destinate all’uso pubblico e sottoposte comunque al parere della Soprintendenza, ritirando anche le eventuali concessioni già rilasciate.
E poi, “zero metri cubi di nuove costruzioni nelle periferie”.
E’ la proposta per il Piano Regolatore Generale della città contenuta tra i punti presentati la settimana scorsa agli assessori Biagio Virzì e Maurizio Oddo.
Per “Italia Nostra”, l’espansione urbanistica della città verso nord è stata un grosso errore ed il suggerimento è quello di “eliminare la norma che attualmente consente, nelle aree libere della zona A, l’intervento dei privati”. Norma che consentirebbe anche un “potente incentivo al degrado degli edifici nel centro, dove “palazzi storici che rappresentano l’identità della nostra comunità, attendono tristemente il crollo definitivo”.
L’associazione propone anche l’organizzazione permanente di centri commerciali naturali all’interno del centro storico. A titolo di esempio, indica tre possibili aree che potrebbero servire allo scopo: viale Roma (dietro l’impianto di carburante), piazza Archimede e piazza Dante.
Sul piano di recupero per Triscina, la proposta è invece quella di definire quali siano le opere di urbanizzazione necessarie ed i servizi da progettare per la valorizzazione del Parco Archeologico.
E per far questo, viene suggerito di indicare quali immobili insanabili siano da demolire e quali da utilizzare per pubblica utilità.
Il nuovo piano regolatore sarà uno dei nodi cruciali per quest’amministrazione.
Quello urbanistico è infatti uno dei settori più permeabili ad infiltrazioni mafiose e distorsioni clientelari.
E a proposito di concessioni edilizie, la relazione della prefettura di Trapani sullo scioglimento per mafia del comune di Castelvetrano, nel 2017, aveva elencato una serie di beneficiari (coperti da omissis, ma facilmente immaginabili) di concessioni “non conformi alla normativa”.
Inoltre, la relazione proprio su Triscina recita:
“In tale località, già interessata da un rilevantissimo fenomeno di abusivismo edilizio con immobili costruiti anche a ridosso della battigia, la pianificazione approvata dalla precedente amministrazione, di cui faceva parte il sindaco OMISSIS (Errante, ndr), all’epoca assessore allo Sviluppo Economico, non ha previsto alcun piano attuativo di recupero, con il conseguente rilascio indiscriminato di numerose concessioni edilizie, sulla base di un semplice parere legale, in assenza di alcuna verifica degli standard urbanistici”.
Addirittura, nel 2015, come ha riportato la prefettura, la giunta comunale aveva approvato il progetto per realizzare la rete fognaria a Triscina, da collegare all’impianto di depurazione di Castelvetrano per un importo di 22 milioni e 500 euro.
Opere di urbanizzazione milionarie, ma senza alcun piano di recupero, senza mai demolire nemmeno un muretto e senza aver “mai riscosso alcun onere – si sottolinea nella relazione – da chi ha fatto scempio del territorio”.
Il 2015 fu un anno di decisioni calde.
A marzo, l’allora sindaco Felice Errante aveva suggerito che il piano regolatore sarebbe dovuto essere approvato da un commissario “per evitare che i consiglieri siano coinvolti in ragionamenti complicati, vista l’incompatibilità fino al quarto grado di parentela”.
Nemmeno un mese dopo, durante un consiglio comunale, emersero impedimenti per la quasi totalità dei consiglieri presenti e alla fine il Prg fu approvato da un commissario ad acta nel luglio successivo. Per altro, senza le note della commissione consiliare che erano state consegnate da più di un anno.
Oggi, i suggerimenti di “Italia Nostra” appaiono di buon senso.
Potrebbero essere d’aiuto per non scivolare sulla redazione del nuovo piano regolatore, che rischia di rivelarsi più limaccioso di quello che sembra.
Egidio Morici