I lavori per il porto di Marinella di Selinunte non sarebbero fermi a causa dell’arresto di Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, accusato di aver intascato mazzette da un imprenditore.
A ritardare l’inizio del cantiere, già transennato da quasi venti giorni, sarebbe stato invece il coronavirus.
Sì, perché per la bonifica del porto dalle alghe, anzi dalla posidonia, sarebbe stato previsto l’arrivo di un mezzo speciale dal lodigiano. Una sorta di robot in grado di ancorarsi sul fondo e tirar fuori il materiale di dragaggio.
Il ritardo quindi è da imputare al rallentamento generale di tutte le attività della zona, in virtù del contenimento della diffusione del nuovo virus.
Da ciò che risulta al comune di Castelvetrano, che dall’inizio segue la vicenda anche se i lavori sono commissionati dalla Regione siciliana, ci fanno sapere che ormai è una questione di giorni.
In questa prima fase la bonifica, così come il ripristino di alcune parti strutturali del porto, saranno interventi parziali, probabilmente propedeutici a quelli che riguarderanno l’intera area portuale.
Lavori, che avranno un costo complessivo di 750 mila euro e il cui progetto esecutivo è legato ad una conferenza di servizio fissata per il prossimo 11 marzo presso il dipartimento Infrastrutture dell’assessorato regionale ai Trasporti.
In quell’occasione dovrebbero essere visionati i diversi allegati del progetto, in modo da ottenere le relative autorizzazioni, anche ambientali, sull’allungamento del braccio a ovest, che permetterebbe di evitare l’ingresso della posidonia e della sabbia.
Visto il ritardo nell’inizio dei lavori, è probabile che questi non termineranno il 12 aprile, come previsto nella relativa tabella, ma potrebbero prolungarsi fino a maggio.
E prima dell’effettivo inizio occorrerà sostituire l’ingegnere Teresi, che aveva preso il posto dell’ingegner Giuseppe Pirrello, arrestato a sua volta nel novembre dell’anno scorso per corruzione, nell’operazione Palude della Guardia di Finanza.
Egidio Morici