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12/03/2020 11:21:00

I farmacisti: "Rischio contagio e sicurezza. Fateci lavorare a porte chiuse"

  Con una lettera inviata al prefetto di  Palermo, Antonella De Miro, il presidente di Federfarma Palermo,  Roberto Tobia, e quello dell’Ordine provinciale dei farmacisti, Mario  Bilardo, facendo presente che a tutt’oggi dalla Protezione civile non  sono stati forniti ai farmacisti e ai loro dipendenti e collaboratori  i dispositivi individuali di protezione e che spesso gli spazi di  attesa all’interno delle farmacie non consentono di mantenere le  distanze di sicurezza fra operatori e pazienti, chiedono - per  limitare i rischi di contagio da Covid-19 che costringerebbero le  stesse farmacie a chiudere per quarantena - , l’adozione di un  provvedimento di massima urgenza che consenta alle farmacie di potere  svolgere il servizio anche a battenti chiusi sino al termine  dell’emergenza sanitaria in corso.

Inoltre, Tobia e Bilardo chiedono al Prefetto di disporre un maggior  controllo da parte delle forze dell’ordine nel tardo pomeriggio e  nelle ore serali, considerato che con la chiusura degli esercizi  commerciali e di bar e ristoranti le strade diventano praticamente  deserte esponendo chi resta in farmacia e i pazienti ad un maggiore  rischio di subire rapine.

“I farmacisti di Palermo e provincia – spiegano Roberto Tobia e Mario  Bilardo - stanno operando eroicamente 24 ore su 24, tutti sul campo  instancabilmente e senza soluzione di continuità, rischiando in prima  persona di contrarre il virus pur di non fare mancare a tutti i  cittadini i servizi fondamentali per la salute in questo momento di  grave emergenza sanitaria. Nessun farmacista si è tirato indietro di  fronte al dovere professionale di garantire la dispensazione dei  farmaci, nonostante manchino le mascherine e spesso sia impossibile  mantenere al banco la distanza minima di un metro tra farmacista e  cittadini”.

“Questo – aggiungono Tobia e Bilardo - accade soprattutto nelle  piccole farmacie e in quelle rurali che rappresentano ormai l’unico  presidio del Servizio sanitario nazionale rimasto aperto nelle aree  montane, interne e periferiche prive di qualsiasi altra struttura di  assistenza alla salute”.

“Come segretario nazionale di Federfarma – conclude Roberto Tobia –  sono in stretto raccordo con la Protezione civile nazionale per fare  arrivare il prima possibile una fornitura di mascherine, ma è  necessario intanto evitare il più possibile ogni rischio di contagio  ad una categoria fortemente provata e che non avrebbe possibilità di  garantire il servizio in caso di quarantene”.