Non si sentono sicuri i sanitari che lavorano nei Covid Hospital siciliani. Mancano camici, guanti, mascherine. Medici e infermieri sostengono che così non possono curare i pazienti.
Lo scrivono nero su bianco le tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil in rappresentanza dei camici bianchi chiamati a lavorare nelle nuove strutture realizzate dalla Regione per approntare mille nuovi posti letto in cui curare solo chi è stato infettato.
Reparti nati per le «normali» malattie e trasformati ora in tutta fretta in centri specializzati. Ma - è la protesta - tutto ciò sta avvenendo senza nemmeno dotare il personale delle protezioni necessarie a non infettarsi a sua volta. Non si tratta solo delle mascherine. Al Civico di Palermo, dove è stato creato uno dei reparti che sarà più impegnato nel contrasto al Coronavirus, a medici e infermieri è stato distribuito un vademecum che detta le istruzioni per indossare divise monouso, calzari, cuffie, camici e visiera paraschizzi. Ma di tutto ciò c'è poco o nulla. Anche il materiale fornito non è arrivato in quantità necessaria a garantire che chi entrerà in contatto con i pazienti sia al riparo da infezioni. I medici chiedono più tempo prima di attivare i reparti.
Altro covid Hospital e altri disagi a Partinico, dove sta nascendo il centro del Palermitano più grande per la lotta al coronavirus. Qui medici e infermieri hanno addirittura minacciato le dimissioni suscitando la reazione dura dell'Asp. La manager Daniela Faraoni ha inviato una nota ai dirigenti dell'ospedale chiedendo di identificare chi ha abbandonato la postazione di lavoro per protestare.