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09/04/2020 13:30:00

I reclusi di Favignana a favore della Protezione civile contro il Coronavirus

 Spesso siamo portati a pensare che il cuore dell’uomo sia granitico come una pietra e che il male che si annida in esso abbia il sopravvento sul bene, quasi non ci fosse via d’uscita all’abbrutimento e alla cattiveria. Se facciamo una distinzione tra peccato e peccatore, notiamo che sono due cose distinte e non sempre assimilabili, poiché una cosa è l’errore che dovrà essere, comunque e sempre, perseguito e un altro è il soggetto che ha sbagliato, capace di riconoscere il male e di redimersi.


Anche i detenuti sono persone, dotate di sentimenti e di solidarietà, lo manifestano attraverso un continuo sostegno all’interno dell’Istituto, in particolare con i loro compagni di cella, ma anche in altre occasioni, sia verso i familiari più bisognosi e sia verso organismi di volontariato. Lo hanno dimostrato in questi giorni, in cui in Italia si diffonde il Coronavirus, i ristretti della Casa di reclusione “Giuseppe Barraco” di Favignana. Desiderosi di dare una mano e venire incontro alle necessità del paese, alcuni di loro (37 reclusi su un totale di 84, il 44%, di cui 5 extracomunitari) hanno avviato una raccolta fondi e, nonostante le misere possibilità, sono riusciti a raccogliere centotrenta euro e inviarle alla Protezione civile nazionale.


L’area educativa del carcere, per il tramite del responsabile Eugenio De Martino, nel lodare il gesto significativo ed encomiabile dei detenuti, ci tiene a far sapere che l’iniziativa è partita spontaneamente dai detenuti, e questo rende ancor più lodevole l’atto compiuto.


La considerazione espressa da un’Area così importante, interna a un Istituto di pena, ha un grande peso pedagogico non solo per i soggetti che hanno compiuto l’azione, ma è significativa a favore di tutti gli operatori che in esso danno quotidianamente il proprio apporto, a partire dalla Polizia Penitenziaria. È un insegnamento che la società tutta dovrebbe apprendere in un contesto di fratellanza, aprendo le porte a qualsiasi forma di diversità e di egemonia, da qualunque parte esse provengano. Abbiamo assistito alla disponibilità di personale e mezzi provenienti da altre nazioni per dare una mano nel contrasto a questa epidemia, impariamo ad abbattere qualsiasi barriera e considerare tutti gli uomini cittadini del mondo di cui siamo vicendevoli corresponsabili.

Salvatore Agueci