Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/04/2020 09:25:00

Coronavirus, la crisi: in cassa integrazione i 76 dipendenti dell'aeroporto di Birgi

 In cassa integrazione i 76 dipendenti dell'aeroporto di Trapani Birgi. E' uno degli effetti dello stop alle attività dell'aeroporto di Trapani, a causa dell'epidemia da coronavirus.

Nel frattempo si lavora per una possibile ripartenza, che sarà molto difficile. Al di là dell'allentamento dei divieti di spostamento, infatti, è certo che fino ad almeno alla primavera del 2021, gli aerei, come tutti i mezzi di trasporto, dovranno garantire uno spazio minimo di un metro tra i passeggeri. Quindi, addio low cost: le poche compagnie che riprenderanno a volare (Ryanair è molto scettica...) lo faranno con aerei grandi e posti distanziati. Questo significherà un aumento considerevole del prezzo dei biglietti, e la penalizzazione per gli scali minori, come Trapani Birgi.

Dal canto suo, il presidente dell'Airgest, la società che gestisce lo scalo, Salvatore Ombra, lavora per la riapertura. Potrà contare sul sostegno della Regione Siciliana, con Musumeci che promette misure di sostegno anche nella prossima Legge Finanziaria, sull'avvio, nel 2021, dei voli classificati come "rotte di continuità" e quindi a prezzi calmierati. Ma la proposta più importante (che gli operatori del settore fanno da anni) è quella di eliminare le addizionali che pesano molto sul costo del biglietto aereo e penalizzano i piccoli aeroporti.