In cassa integrazione i 76 dipendenti dell'aeroporto di Trapani Birgi. E' uno degli effetti dello stop alle attività dell'aeroporto di Trapani, a causa dell'epidemia da coronavirus.
Nel frattempo si lavora per una possibile ripartenza, che sarà molto difficile. Al di là dell'allentamento dei divieti di spostamento, infatti, è certo che fino ad almeno alla primavera del 2021, gli aerei, come tutti i mezzi di trasporto, dovranno garantire uno spazio minimo di un metro tra i passeggeri. Quindi, addio low cost: le poche compagnie che riprenderanno a volare (Ryanair è molto scettica...) lo faranno con aerei grandi e posti distanziati. Questo significherà un aumento considerevole del prezzo dei biglietti, e la penalizzazione per gli scali minori, come Trapani Birgi.
Dal canto suo, il presidente dell'Airgest, la società che gestisce lo scalo, Salvatore Ombra, lavora per la riapertura. Potrà contare sul sostegno della Regione Siciliana, con Musumeci che promette misure di sostegno anche nella prossima Legge Finanziaria, sull'avvio, nel 2021, dei voli classificati come "rotte di continuità" e quindi a prezzi calmierati. Ma la proposta più importante (che gli operatori del settore fanno da anni) è quella di eliminare le addizionali che pesano molto sul costo del biglietto aereo e penalizzano i piccoli aeroporti.