Aerei in volo ogni giorno adesso: 5.000. A inizio marzo: 15.000.
«Migliaia di jet sono parcheggiati a terra. Le Cassandre parlano di 318 miliardi di perdite complessive. Ryanair, EasyJet & C. - dopo aver rivoluzionato i viaggi aerei negli ultimi vent’anni - sono quelle che rischiano di più: il loro fortunatissimo modello di business si fonda su comportamenti sociali che oggi - e probabilmente per un po’ - saranno impraticabili: gente ammassata agli imbarchi per consentire agli aerei di stare a terra solo 20-25 minuti. Velivoli riempiti quasi al 100%».
Giulio De Carli, uno dei maggiori esperti europei di mobilità aerea: «Si viaggerà con voli pieni solo per due terzi e con il sedile di mezzo vuoto. Controlli sanitari e distanziamento allungheranno le pratiche a terra a tempi incompatibili con quelli delle low-cost».
Il tesoretto di liquidità accumulato nell’era delle vacche grasse (4 miliardi per Ryanair e 2,5 per EasyJet) potrebbe non bastare per sopravvivere, scrive Repubblica.
«Un aereo a terra è un costo elevato, innanzitutto, in termini di mancati ricavi: Antonio Bordoni, docente di Aviation alla Luiss, calcola questa cifra in 131mila euro al giorno - quindi quasi 4 milioni al mese - per i sei voli di un velivolo medio, 170 posti, per 129 euro di tariffa media senza tasse. Poi ci sono le spese connesse alla cura con cui va trattata una macchina di quella delicatezza e di quel valore (un doppio corridoio costa 200-300 milioni). I costi non sono inferiori ai 2mila dollari al mese per il solo parcheggio nudo e crudo. Stando a queste cifre, per una compagnia come Lufthansa, che ha messo a terra 700 aerei su 760, si tratterebbe di 1,4 milioni» spiega Il Giornale.
Importanza della manutenzione di un aereo: «Nel 1996 precipitò un B757 della Birgen Air da Puerto Plata a Francoforte, provocando la morte di 189 persone, solo perché nei 25 giorni di fermo nella Repubblica Dominicana, nei tubi di Pitot, che non erano stati protetti, avevano nidificato degli insetti, le vespe muratore, che avevano alterato la trasmissione dei dati» «Alitalia fa fronte all’attività ridotta dell’80-85% facendo ruotare quasi l’intera flotta, anche di lungo raggio, evitando così i costi di fermo straordinario» ricorda sempre il Giornale.
Qui potete leggere un'intervista al manager dell'aeroporto di Trapani, Salvatore Ombra.