Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/04/2020 08:00:00

Pantelleria, trenta imprenditori lanciano l'allarme. "Bisogna ripartire al più presto"

Una lettera che è anche un grido dall'allarme, quella che trenta imprenditori di Pantelleria hanno inviato al sindaco Vincenzo Campo, ma anche al suo vice Maurizio Caldo e al presidente del consiglio comunale Erik Vallini.

L'economia dell'isola è in ginocchio dicono gli imprenditori e chiedono all'amministrazione comunale di poter ripartire al più presto con le attività, anche se in sicurezza. 

"Conosciamo che il fragilissimo tessuto economico dell'isola può andare letteralmente in pezzi se non si dà la possibilità - scrivono - con le dovute cautele che ci aspettiamo di ricevere, di riaprire le attività soprattutto nell'edilizia e manutenzione. Se perdurano queste condizioni si favorisce la nascita di una “mafia al nero” che sicuramente distruggerà i pochi che hanno ditte e pagano tasse".

"Noi imprenditori panteschi abbiamo a cuore la situazione economica e sociale dell'isola - continuano -. Prendiamo atto che al momento non esistono casi di COVID 19 nel nostro territorio. Notiamo che è altresì difficile capire questa paradossale reclusione sociale e fisica visto zero casi. Siamo convinti che dobbiamo assolutamente mantenere a zero i contagi ponendo tutti gli sforzi possibili per monitorare gli ingressi, controllare le quarantene, eseguendo analisi tampone all'arrivo e a fine quarantena piuttosto che controllare le passeggiate dei cittadini».

"Se non ci aiutiamo indipendentemente - concludono -, non ci arriverà che elemosina dalla Regione e dallo Stato. La situazione attuale straordinaria impone decisioni straordinarie. Noi vogliamo poter assumere e lavorare per dare uno stipendio alle famiglie degli operai e collaboratori che insieme formano una vasta categoria produttiva".