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20/05/2020 04:00:00

Abusivismo e demolizioni nel Trapanese, àKasa fa ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

 L’Associazione àKasa, nell'ambito della propria attività statutaria, comunica di aver raccolto e coordinato le adesioni di circa 80 soci che hanno presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, al fine di tutelare i propri diritti contro le procedure avviate dai comuni di Marsala, Trapani, Erice, Valderice, Custonaci e San Vito Lo Capo per dare seguito ai dinieghi di sanatoria e alle conseguenti ordinanze di demolizione, acquisizione al patrimonio comunale e sgombero degli immobili costruiti entro la fascia dei 150 metri dalla battigia.

I cittadini siciliani, considerati abusivi e come tali colpiti dai suddetti provvedimenti, lamentano la violazione del diritto al rispetto dell’abitazione, della vita familiare e dei beni, invocando in particolare la "lesione del loro legittimo affidamento per effetto della condotta tenuta nel corso dei decenni dalle amministrazioni locali".

Il ricorso è stato promosso con il patrocinio del Prof. Andrea Saccucci dello studio legale internazionale “Saccucci e Partners” assistito dall’avvocato Michele Guitta del foro di Trapani.

Qualora i ricorsi venissero accolti, la Corte di Strasburgo potrà avere una visione totale di quanto legiferato in Italia e particolarmente nella Regione Siciliana dal 1976 ad oggi, ivi compresa l’annosa questione della retroattività del vincolo di inedificabilità, introdotta dalla legge regionale 15/91.

“I provvedimenti contestati dinanzi alla Corte europea – dichiarano l’Avv. Prof. Andrea Saccucci e l’Avv. Guitta – si fondano sull’applicazione retroattiva di una legge di interpretazione autentica introdotta nel 1991 per sopperire all’inerzia delle amministrazioni locali nell’adozione dei piani regolatori. Non soltanto dunque i ricorrenti non potevano prevedere il diniego della sanatoria, ma ad essi è stato consentito per decenni di vivere nelle proprie abitazioni, che oggi i comuni pretendono di acquisire senza indennizzo e riutilizzare a proprio vantaggio. È inammissibile che siano proprio le amministrazioni colpevoli dei ritardi nell’attuazione delle norme urbanistiche a trarre beneficio dagli immobili costruiti dai ricorrenti oltre quarant’anni fa ed ormai inseriti in contesti completamente urbanizzati.”